Saitō Musashibō Benkei (西塔•武蔵坊•弁慶)
Saitō Musashibō Benkei, noto come Benkei era un famoso sōhei (monaco buddista guerriero) vissuto durante il periodo Heian-jidai (794-1185). Ricordiamo la storia del monaco buddistra guerriero giapponese protagonista di tante avventue.
La sua figura è legata al leggendario samurai (侍) Minamoto-no-Yoshitsune di cui fu un validissimo collaboratore, ricordato e raffigurato come un uomo dalla grande forza e lealtà, noto principalmente per l’episodio legato alla sua morte, in giapponese conosciuto come Benkei-no-Tachi-Ōjō ovvero la “morte in piedi di Benkei”. Questo episodio compare in molte opere e pubblicazioni antiche e moderne.
L’infanzia
La sua figura tra mito è realtà pone diverse tesi sulla sua nascita, la datazione la si fa risalire al 1155. Si narra che il padre abusò della figlia di un fabbro, mentre alcune leggende sostengono che fosse il figlio di un oni (creatura mitologica simile ad un demone), tanto che da bambino venne soprannominato Oniwaka. Fu avviato alla vita monastica sin dalla tenera età, e studiò fino a diventare un sōhei.
Si narra che all’età di diciassette anni fosse alto due metri e portasse sempre con sè 7 armi:
- Ono》Ascia
- Kumade》Rastrello
- Ōgama》Falce
- Tsuchi》Mazzuolo
- Nokogiri》Sega
- Kanabō》Bastone di Metallo
- ed infine una Naginata》Alabarda.
Gojō-ōhashi (五条大橋)
Trattasi di uno degli episodi più noti, dove si narra che Benkei, nei pressi di Heian Kyo (l’antico nome di Kyōto), si posizionò dinanzi ad un ponte e sfidò chiunque volesse attraversarlo, sottraendo l’arma al passante sconfitto.
Il motivo fu che Benkei aveva chiesto ad un fabbro di costruirgli un’armatura e questi gli aveva chiesto in cambio mille spade. Ma un giorno Minamoto-no-Yoshitsune attraversò il ponte e sconfisse Benkei. Questi gli giurò eterna fedeltà e lo seguì per tutta la vita, aiutandolo nella Genpei-gassen (una battaglia che portò alla sconfitta dei Taira-uji). Dopo il trionfo sui Taira-uji, il potere di Yoshitsune si consolidò sempre di più ed attirò le ire di Minamoto-no-Yoritomo (il fratello maggiore) che ordinò la sua esecuzione.
Guerra fraterna
Nei due anni che seguirono, Benkei e Yoshitsune dovettero fuggire dagli uomini di Yoritomo e tornare a chiedere l’aiuto di Fujiwara-no-Hidehira, signore della regione Mutsu-no-kuni(l’attuale Fukushima-ken). Il figlio di quest’ultimo tradì gli alleati del padre e circondò la residenza sotto la supervisione di Yoritomo.
Mentre Yoshitsune si ritirava all’interno per compiere il seppuku (rituale suicida) insieme alla moglie e alla figlia, Benkei fronteggiò gli assalitori da solo. Fu bersagliato da frecce e in molti cercarono di attraversare il ponte per combatterlo, ma vennero battuti.
Così i soldati scagliarono contro lo Sōhei centinaia di frecce, aspettando che il guerriero cadesse a terra, ma senza successo. Quando infine gli uomini attraversarono di nuovo il ponte, scoprirono che Benkei era già morto, ma che era rimasto in piedi, consentendo così a Yoshitsune di guadagnare il tempo necessario per uccidersi, mantenendo intatto l’onore.
Benkei scomparve nel 1189 all’età di 34 anni e l’episodio leggendario della sua morte, conosciuto come Benkei-no-Tachi-Ōjō, rimase uno degli eventi più noti della storia leggendaria del Giappone.
I monumenti
Nel Paese ci sono alcuni monumenti dedicati a Benkei, tra cui una statua presente nei pressi del Sumiyoshi Taisha (una jinja, ovvero un santuario shintō) situato a Ōsaka. Un’altra è situata davanti Kiitanabeeki (il nome della stazione ferroviaria di Tanabe-shinella prefettura Wakayama-ken).
Presso Nakagyō-ku (uno degli 11 quartieri di Kyōto), in una strada adiacente al Nijōjō è presente davanti ad un edificio, una pietra chiamata Benkeiishi. La leggenda narra che se una persona la tocca diventa più forte.
Citazione al cinema
La storia di Benkei è stata tramandata nella leggenda e nella tradizione popolare, soprattutto attraverso il teatro nō e il kabuki. Vive nelle pagine della letteratura giapponese, dove ha ispirato e ispira tutt’oggi molti eroici personaggi. Protagonista anche al cinema, un film da menzionare tra tutti è Tora-no-o-wo-fumu-otokotachi, che letteralmente significa “Gli uomini che mettono il piede sulla coda della tigre”. L’opera cinematografica di Akira Kurosawa, del 1945, fu purtroppo bandita da Douglas MacArthur durante l’occupazione statunitense a causa della sua rappresentazione dei valori feudali. L’uscita fu così posticipata al 1952, quando il Giappone fu finalmente liberato dopo il trattato di San Francisco del 1951.
Benkei in anime e manga
Viene citato spesso negli anime e nei manga, come in Meitantei Konan (in Italia conosciuto con il titolo di Detective Conan) dove in un episodio si fa riferimento proprio al Benkei-no-Tachi-Ōjō. Lo stesso accade in Wan Pīsu (in Italia One Piece) dove il personaggio di Edowādo Nyūgēto (che nella serie italiana assume il nome di Barbabianca) viene sconfitto e ucciso, ma muore rimanendo in piedi. Così come per Taurusu-no-Arudebaran in uno degli ultimi film che vede il Cavaliere d’Oro del segno Toro salvare uno dei protagonisti principali e morire rimanendo in piedi, nella serie I Cavalieri dello Zodiaco.
Mentre nel manga e anime Hokuto-no-Ken (Ken il Guerriero in italiano) si fa un riferimento all’episodio del Gojō-ōhash, dove il protagonista guerriero della Divina Scuola di Hokuto si scontra con un’aberrazione di Benkei. Altra citazione in una puntata di Urusei Yatsura, dove la ragazza dello spazio Lamù deve far fronte al passaggio su di un ponte.
I monaci giapponesi sono spesso protagonisti di storie e leggende. Un’alra storia conosciuta è quella del monaco e del tanuki, una specie di procione giapponese. In questo caso però il monaco è molto meno eroico, non certo come nella storia del monaco buddista guerriero giapponese Benkei!!