
Kitsune… La volpe di Inari
L’autunno porta con sé una magia unica. Gli alberi si tingono di giallo, la pioggia cade fine e in alcune strane giornate è possibile ammirare il sole che splende mentre piove. In Giappone questo fenomeno è chiamato Kitsune no yomeiri, il corteo di nozze delle volpi. Scopriamo insieme qualche curiosità sulla volpe giapponese nel folklore e nella letteratura giapponese!
Le origini
Per capire il perché di questo nome, bisogna fare un passo indietro. Se durante un viaggio in Giappone vi è capitato di recarvi al Fushimi Inari Taisha a sud di Kyoto, il santuario dedicato al kami Inari (divinità del riso), avrete sicuramente notato delle statue raffiguranti delle volpi. Considerate come le fedeli messaggere di Inari, esse rivestono nella mitologia giapponese un ruolo importante che conferisce loro una veste soprannaturale. Molte sono le storie che narrano di volpi che assumono le sembianze di donne bellissime e ammaliatrici, di messaggere e in alcuni casi di volpi che si impossessano di uomini. Quando per esempio qualcuno si comportava in maniera strana la gente lo definiva kitsunetsuki, posseduto dalla volpe.
Una storia molto popolare narra di un uomo posseduto da una volpe e diventato d’un tratto terribilmente rumoroso. I familiari disperati, chiesero l’aiuto di un anziano che diede loro una medicina efficace per cacciare le volpi. Solo attraverso un imbroglio, riuscirono a fare ingerire la medicina e fu così che la volpe uscì dal corpo dell’uomo.

Le leggende
Molte sono le leggende attorno a questo animale, temuto e venerato, e una di queste le attribuisce anche il potere di apparire come un fuoco abbagliante. Ed ecco che una notte di molto tempo fa, ad Edo (l’antica Tokyo), la gente vide entrare nel palazzo della famiglia Honda il palanchino della sposa protetto da una decina di persone recanti ognuna una lanterna. Il giorno dopo ci fu una grande sorpresa quando si scoprì che nessuno della famiglia Honda si era sposato e che si era trattato in realtà di un kitsune no yomeiri.
Ancora oggi possiamo trovare in Giappone credenze collegate a questa figura animale bivalente. Se da una parte infatti è considerata un Kami, uno spirito benevolo, messaggero di Inari “dal pelo bianco e una coda più grande del corpo”, dall’altra parte può presentarsi come un yōkai, uno spirito ingannatore “che ha il solito colore rossiccio ed è incline a fare dei brutti scherzi”.

La volpe nella letteratura giapponese
Lo spirito di Kitsune permane in quei luoghi sacri, dove il tempo sembra essersi fermato, in contrasto con la frenesia di un Giappone moderno. La volpe è messaggera di un’epoca passata nel mondo odierno ed è il legame fra le due anime del Giappone.

Nella stessa letteratura è possibile vedere come essa occupi un posto di rilievo, primo fra tutti nelle opere di Nagai Kafū (1879-1959). Lo scrittore nacque in un periodo di grande rinnovamento: nel 1868, infatti, il Giappone si aprì all’occidente dando così inizio all’epoca Meiji. Fino ad allora il Paese aveva avuto sporadici contatti con l’occidente ed aveva una struttura feudale governata dai daimyō (signori feudali). Nel 1868 si apriva un’era di modernizzazione con profonde modifiche nella struttura sociale, politica ed economica. Come in tutti i grandi cambiamenti, c’era un risvolto della medaglia, perché se è vero che l’ondata di rinnovamento apportò al Paese molti benefici, dall’altra parte si perse il senso di appartenenza alla cultura e tradizione autoctona. Molti autori, fra i quali Nagai Kafū, rimpiangono un’epoca passata autentica e le loro opere sono dettate dalla malinconia del tempo che fu.
Una delle prime opere dello scrittore, che si intitola proprio Kitsune, è una sorta di autobiografia in cui Nagai ripercorre i ricordi della sua infanzia. La volpe, come un fil rouge, non è la protagonista ma assume il ruolo di messaggera fra il tempo passato e presente. Un passato lontano, genuino che egli ricerca costantemente nei paesaggi mutevoli della città di Tokyo, in quei quartieri dove ancora è possibile assaporare la bellezza di un mondo passato. Tutto cambia, tutto si trasforma e solo attraverso la scrittura il poeta può afferrare questi attimi.
Oggigiorno è possibile percepire quest’atmosfera solo in alcuni luoghi, come al tempio di Inari, dove chissà se in lontananza sia possibile anche avvistare una volpe bianca…
Siamo andati a Kyoto a visitare il Fushimi Inari Taisha:
La kumiho (in coreano 구미호), letteralmente la volpe a nove code, è una creatura protagonista di molti racconti anche in Corea, spesso mostra un carattere simile a quello delle volpi giapponesi e probabilmente entrambe vengono da antiche leggende cinesi.
[…] dell’industria e del successo terreno. Inoltre è custode e protettore delle volpi (kitsune) che a loro volta, avendo la funzione di messaggeri, vengono venerati come divinità. Proprio per […]
[…] altro elemento ricorrente è la tradizionale maschera della volpe. La volpe, in giapponese kitsune 狐, in Giappone è da sempre considerata un animale dotato di poteri magici come quello di […]
[…] in Giappone dalla Cina tra il IV° e il VII° secolo, insieme alla tradizione mitologica delle kitsune (volpi anch’esse facenti parte del folklore giapponese). Nell’antichità questo cane-procione […]