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Yoshiyuki TOMINO, il padre di Gundam

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Yoshiyuki TOMINO il padre di Gundam nasce a Odawara il 5/11/41.

Gli inizi della carriera

Dopo aver concluso gli studi presso la facoltà di Arte di Tokyo, nel 1963 inizia la sua carriera nella Mushi Production di Osamu Tezuka, collaborando agli story board di Tetsuwan Atom (Astro Boy) e di Arupusu no Shojo Haidi (Heidi); più avanti parteciperà anche alla stesura dello storyboard di Ashita no Joe (Rocky Joe).

Nel 1972 lascia la Mushi, sull’orlo del fallimento, e fonda con altri mangaka il Sunrise Studio che nel 1977 diventerà la Nippon Sunrise.

Firma la sua prima regia nel 1973 con Triton of the Sea, adattamento del manga di Tezuka, Blue Triton.

Lo stesso anno Lavora su Zero Tester con Yasuhiko, un altro dei fondatori della Sunrise. La serie, un cult in Giappone, passata inosservata in Europa. La storia vede come protagonisti tre piloti e le loro astronavi componibili, e, malgrado l’assenza del classico robottone, influenzerà prepotentemente il mondo dell’animazione Mecha come nel caso di Getter Robot, Gundam o Thunderbird.

Yoshiyuki TOMINO, il padre di Gundam
Yoshiyuki TOMINO, il padre di Gundam al San Marino Anime Festival
Le prime innovazioni

Nel 1975 Tomino è il regista dei primi 26 episodi di Yuusha Raiden (Il valoroso Raiden) sempre in collaborazione con Yasuhiko: nasce l’idea del nemico mascherato che cela la sua identità sia da nemici che da amici.

Un’altra innovazione riguarda il character design dei nemici: non più grotteschi e mostruosi come quelli di Nagai ma dall’aspetto quasi femminile.

Lo stesso anno si occupa anche della regia di Ra Senu no Hoshi (il Tulipano Nero) e nel 1977 della regia di Vultus V.

Zambot III

Fra il 1977 e il ‘79 il duo Tomino-Yashuiko da vita ad un trittico che rilancia il  genere Mecha: il primo ad essere messo in onda è Zambot III: il primo Real Mecha!
Zambot III  fa parte del filone del mecha componibile, 3 veicoli – due astronavi e un carro armato – formano il classico Robottone spaccatutto.

La serie contiene parecchie novità: innanzitutto per la prima volta gli autori si  prendono il rischio di scrivere un’intera puntata in cui il Super Robot non compare, per dedicarla interamente alle vicende personali dei protagonisti e dei numerosissimi personaggi secondari, tutti parenti.
Un altro aspetto interessante è la maggior attenzione dedicata alle conseguenze della guerra sulla popolazione, con esodi, campi profughi, rivolte…

E’ evidente anche il tema del razzismo: i protagonisti, provenienti da un altro pianeta, non vengono mai accettati fino in fondo dalla popolazione locale.
Zambot avrà uno dei più tragici finali della storia degli anime, muoiono tutti tranne Kappei.

Forse è questa l’origine del soprannome Kill’em all Tomino (minagoroshi no Tomino) che si guadagnerà il Maestro, che in quel periodo soffriva di una grave depressione. Più avanti dichiarerà che se non avesse potuto sfogarsi con gli anime, avrebbe probabilmente commesso un omicidio nella vita reale.

Zambot III di Yoshiyuki Tomino
Zambot III, disegno Riccardo Pieruccini, colori Daniele Rudoni

Daitarn III

A Zambot III segue nel 1978 Daitarn III. Ccon questa opera Tomino ribalta il concetto di serie drammatica con protagonista tormentato. Qui l’eroe Arran Banjo (BENJO) è un incrocio tra Bruce Lee e 007, uccide Meganoidi a mani nude con mosse di kung fu, soccorre e fa innamorare tutte le donne che incontra; e vince sempre. Il tono è fortemente umoristico ma la trama non manca di drammaticità: unico ed ultimo obbiettivo di Benjo è quello di sterminare tutti i Meganoidi.

Mille citazioni tratte da film, libri, fumetti, fanno di Daitarn uno dei primi prodotti cult per un pubblico di intenditori!

Gundam

Poi, finalmente, nel 1979 esce il primo mecha-filosofico della storia: Kidō Senshi Gandamu incentrato intorno ad un drammatico interrogativo esistenziale: Perché gli uomini continuano a farsi la guerra?

La psicologia dei personaggi e il realismo della rappresentazione diventano la chiave fondamentale di queste nuove serie.

Per rendere il tutto ancor più verosimile, la serie viene ambientata in un suo periodo storico dettagliato: l’era Universal Century. Vengono usati dei dati geopolitici plausibili, e anche una storiografia coerente e complessa.
Questa serie intreccia magistralmente il genere space opera e il genere prettamente mecha dando vita ad un nuovo filone narrativo della fantascienza.

Nel 1980  Gundam viene interrotta per i bassi ascolti, lasciando gli spettatori sospesi in piena azione; la serie verrà poi completata da 3 film.

La saga Gundam continua

Stessa sorte subirà la successiva Space Runaway Ideon, ma, nonostante lo scarso successo di pubblico, la serie raccoglie il favore della critica e vince l’ Animage Anime Grand Prix, sempre 1980.

Questa serie è tutt’oggi considerata all’origine di tutte le opere più cupe e malate dell’animazione di fantascienza, come Akira, lo stesso Mobil Suit Zetta Gundam, ma sopratutto di Evangelion con cui condivide temi e struttura: come per Eva, sono stati girati due film con finali alternativi a quello della serie, che non era piaciuto ai fan.

In effetti, al momento dell’interruzione di Ideon, l’autore, amareggiato,  decide di far morire tutti,  protagonisti compresi, e di far saltare in aria  tutti i pianeti di amici e nemici! ALLEGRIA!

Tra il 1982 e il 1984 escono poi: Xabungle (qua tutti soppravivono), poi Aura Battler Dunbine -muoiono in tanti- e infine Heavy Metal L-Gaim – in cui sopravvivono tutti!
Nel 1985 dirige il sequel di Gundam, M.S. Zetta Gundam, in cui da di nuovo sfogo alle sue tendenze da macellaio, sopratutto nel finale, dove muoiono tutti tranne il protagonista.
Arriva il 1986: partecipa alla creazione di M.G. Gundam ZZ, una serie un po’ meno dark, ma poco dopo nel 1988  conclude la sua più grande saga con il film Char’s Counterattack: un bagno di sangue!

Nel 1991 Tomino dirige un nuovo cast di personaggi nel film M.S. Gundam F91, per rilanciare la saga. Si ripeterà con Victory Gundam nel 1993. Questo Film è l’ultima opera del “Tomino macellaio”, la sua vena sanguinaria si placa nelle opere successive.

Altri progetti

Per qualche anno Tomino sviluppa altri progetti al di fuori del mondo Gundam. Tra questi, nel 1998 esce Brain Powered; dopo la rivoluzione Gundam Tomino compie un’altro passo verso l’innovazione: i Mecha non sono più solo d’acciaio ma anche di materia organica.

Questa idea era stata anticipata nel 1995 dagli Eva di Ideaki Anno, che però a sua volta era stato fortemente influenzato da Space Runaway Ideon dello stesso Tomino.
Entrambe le opere contengono anche un messaggio per i sempre più numerosi fan accaniti degli anime, un invito a non dimenticare il mondo intorno a loro, e che oltre agli anime c’è molto altro e molto meglio.

Questo tipo di atteggiamento fa parte di una nuova conquistata serenità: dopo tanti anni di furia creativa e distruttrice, il Maestro lascia il testimone della grande distribuzione alla nuova generazione di mangaka educata dai suoi Gundam. Torna a concentrarsi su pochi selezionati prodotti: la serie Turn A Gundam del 1999, e nel 2005 i 3 film riassuntivi degli eventi narrati in Zetta Gundam di vent’anni prima, e solo una nuova serie originale nel 2002 Overman King Gainer.

Yoshiyuki TOMINO il padre di Gundam è stato un vero genio non solo dell’animazione ma della letteratura in senso lato, creando saghe che hanno appassionato milioni di fan e ancor oggi hanno un peso decisivo in tutto ciò che viene prodotto a livello di fantascienza. Non per niente, definiamo la sua rivoluzione “L’umanesimo di Yoshiyuki Tomino“!
Il Maestro ha perfino un attivissimo fan club in Italia: il Gundam Italian Club.

Gundam Italian Club
Gundam Italian Club
Immagini:

Progetto Robotmadness: https://www.facebook.com/ruggine610/
Disegni: Riccardo “Ruggine” Pieruccini Website: https://www.ruggine.info/
Colori:  Daniele Rudoni Website: https://www.danielerudoni.com/

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Comments (7)

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