
Ogni volta che si osserva un film creato dallo Studio Ghibli, una delle cose che salta subito agli occhi è indubbiamente la grande importanza riservata alle divinità che, copiosamente, fanno il proprio ingresso all’interno di queste opere. Ne sono un esempio film quali La principessa Mononoke, La città incantata e Il mio vicino Totoro. Tuttavia, contro ogni previsione, in Giappone questi lungometraggi non vengono quasi mai associati direttamente alla sfera religiosa. La spiritualità nei film Ghibli è qualcosa di impercettibile.

Tale tendenza appare chiara anche all’interno delle numerose conferenze stampa organizzate dal regista Miyazaki dopo l’uscita di ogni suo film. Durante tali eventi, non mancano mai domande legate ai contenuti e ai messaggi che le opere si impegnano a trasmettere al proprio pubblico, eppure, in quasi nessuna di queste vengono menzionati temi legati al mondo religioso.
A tali quesiti, Miyazaki risponde che l’obiettivo principale di ogni sua opera è quello di “dare forza a chi si sente perso perché ancora lontano dal trovare la propria ragione di vita”, e svela i temi che, standogli più a cuore, cerca di trasmette nelle sue creazioni: “i conflitti che comandano il mondo”, come quello tra esseri umani e mondo naturale, rappresentato minuziosamente nella Principessa Mononoke; e “la ricerca di un modo con cui superare questi conflitti, per arrivare ad uno stato di coesistenza, simbiosi, e reciproca prosperità”.
Eppure, ad un occhio esterno, potrebbe apparire quasi naturale la presenza di una certa “spiritualità” all’interno di tali opere.
la spiritualità secondo miyazaki
Ad una domanda sull’animismo e sulla religione, Miyazaki risponde come segue:
“Anche ora, nel cuore di molti giapponesi, permane ostinatamente uno spirito religioso. Nell’angolo più nascosto del nostro Paese vi è un luogo talmente puro da non potervi neanche mettere piede. […] Lì non vi sono né testi sacri, né santi. Nonostante per i giapponesi [quel luogo sia sinonimo] di una profonda e indubitabile religiosità, la visione generale del mondo sulla religione, [che invece necessita la presenza di santi e testi sacri], non riconosce questa spiritualità come tale”.
Hayao Miyazaki

Il significato espresso dalle parole di Miyazaki, si può ricondurre a quella che Sohei Wada (studioso giapponese) chiama “religione naturale” (shizenshukyo), ovvero di come la spiritualità, trasmessa attraverso le generazioni, sia stata interiorizzata così in profondità da molti giapponesi che è diventato difficile definirla religione anche per loro stessi. Essi infatti, nonostante pratichino abitualmente riti considerabili religiosi, quali l’hatsumode (prima visita al tempio dell’anno), molto spesso si autodefiniscono non religiosi. Tuttavia, applicando a questi atteggiamenti il concetto di religione naturale, secondo lo studioso diventa impossibile considerare molti giapponesi non religiosi. Per lo stesso motivo non si può ignorare la spiritualità che emerge dai film dello Studio Ghibli.
Ma allora qual è l’immagine legata alle divinità dalle opere di Miyazaki?
Nei suoi film il regista parla di come il mondo naturale sia abitato da spiriti, anime e divinità, e della situazione precaria in cui questi si trovano dopo che la mancanza di fede nei loro confronti li ha ridotti a ombre di quello che erano un tempo, facendogli perdere tutto il loro potere.
Tale situazione emerge chiaramente all’interno di film quali La principessa Mononoke, Il mio vicino Totoro e La città incantata.
Nella prima opera viene riprodotta apertamente, e più violentemente rispetto alle altre due, la lotta esistente tra esseri umani e divinità: gli umani distruggendo la natura richiamano a sé l’ira divina, non capendo però che il perpetrarsi di tale scontro non porterà a nessun lieto fine.
Nel caso di Totoro, invece, appare chiaro come la foresta soffra della mancanza di fede, in lei e negli spiriti che la abitano, mancanza che le causa la perdita del proprio potere di protezione. Secondo alcune opinioni Totoro ricoprirebbe proprio il ruolo di spirito protettore della foresta, caduto, dopo che le persone hanno smesso di credere in lui.
Nel film La città incantata, invece, viene mostrato come siano state le persone ad aver vissuto all’interno della bolla speculativa giapponese (scoppiata poi nel 1991) che, per la loro mancanza di fede, hanno scacciato le divinità, facendogli perdere il proprio luogo di appartenenza in questo mondo. Il co-protagonista, Haku, è un perfetto esempio di divinità caduta, così come lo è anche lo Spirito del Cattivo Odore, a dimostrazione di come le divinità possano perdere potere anche a causa della distruzione ambientale.

Conflitti e speranze
Appare chiaro, quindi, come il regista Miyazaki ponga grande attenzione nell’illustrare all’interno delle proprie opere la lotta tra esseri umani e natura. Una lotta che, nonostante porti con sé molte difficoltà, nasconde al proprio interno anche una speranza per il futuro, che non è del tutto persa. Nei suoi film, infatti, è spesso presente un bambino (o una bambina) che viene scaraventato all’interno di questo mondo spirituale, ed è proprio grazie a questi bambini che le divinità riescono a recuperare una parte del proprio potere. Azioni, compiute da questi bambini, che non si limitano a portare benefici al mondo naturale degli spiriti, ma anche agli adulti, che ne vengono salvati.
Guardando il target principale delle opere dello Studio Ghibli, pare logico che la scelta sia ricaduta su dei protagonisti bambini, ma potrebbe esserci altro nascosto dietro a questa decisione: potrebbe essere la materializzazione della speranza che Miyazaki ripone nelle nuove generazioni, la speranza che queste riescano a recuperare la fede nelle divinità in modo da creare un mondo dove esseri umani e natura possano tornare a vivere in simbiosi.
Da non perdere
Lo Studio Ghibli ha messo a disposizione per i suoi fan, sul proprio sito ufficiale, la possibilità di scaricare gratuitamente delle immagini ad alta risoluzione tratte dai suoi lungometraggi. Raccomandano di fare un uso privato di queste immagini.
fonti
Bibliografia:
Kawakatsu Mari, La caduta delle divinità in:”La città incantata”, (「千と千尋の神隠し」における神々の零落).
Wada Sohei, La religiosità dei giapponesi – i giapponesi non sono religiosi? , (日本人の持つ宗教観―日本人は無宗教なのか).
Pagine web:
Profilo di Hayao Miyazaki
I pensieri che Hayao Miyazaki imprime nelle sue opere… i messaggi che continuano ad essere inviati ai bambini, (宮崎駿が作品に込めた思い…子どもたちに発し続けたメッセージ)
La principessa Mononoke (soluzioni – considerazioni) – Il vero messaggio di Hayao Miyazaki, (もののけ姫【謎解き・考察】宮崎駿が本当に伝えたかったメッセージ)
La “costruzione della foresta” insegnata da un sacerdote shintoista, una cosa che i giapponesi sarebbe meglio conoscessero, (神主ラッパーに学ぶ。日本人が知っておくべき「森の創り方」)
Introduzione ad anime e manga giapponesi
Articolo stupendo, complimenti vivissimi!
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