I tengu (天狗), creature del folklore giapponese, sono descritte come uomini-uccello, dotati di un lungo naso prominente o addirittura di becco. Hanno ali sulla testa e capelli spesso rossi, a volte sono considerati kami e a volte yokai, del folklore popolare giapponese.
Le origini del tengu
Le origini del tengu non sono ancora ben chiare. Si pensa che molto probabilmente sia una figura associata ad una creatura del folklore cinese, ovvero il tiangou, con cui condivide anche i kanji del nome, anche se con significati diversi visto che in cinese i caratteri si leggono come “cane celestiale”.
Ciò che è sicuro è che la figura dei tengu come esseri demoniaci, arroganti e generatori di guerre, abbia un origine buddhista e che solo con il passare dei secoli la loro rappresentazione sia leggermente cambiata, diventando molto meno demoniaca, anche se comunque pericolosa. La creatura nel tempo si è trasformata in uno spirito protettore delle foreste e delle montagne, la più famosa delle quali è il Monte Kurama, a Kyoto, dove risiederebbe Sojobo, il re dei tengu.
Infatti, iniziarono ad essere associati alla guerra e all’arte del combattimento nel XIV° secolo con la leggenda di un famoso guerriero di nome Minamoto no Yoshitsune. Quest’ultimo era solo un ragazzo quando il padre fu assassinato da un clan di nome Taira e, successivamente, esiliato dal villaggio e gettato in un tempio vicino a una foresta. Fu proprio nella foresta che il ragazzo conobbe un tengu che gli insegnò l’arte della spada, in modo da poter avere le propria vendetta.
All’inizio nella leggenda il tengu, insegnante del giovane Yoshitsune, veniva descritto come un demone il cui scopo era quello di creare caos e guerra, tuttavia più avanti la storia venne revisionata, dipingendo la creatura come un essere comprensivo e onorevole.
Daitengu e Kotengu
Spesso viene raccontato di come i tengu vivano sulle montegne, organizzati in una struttura sociale che vede a capo di tutti il re Sojobo. Vi sono vari tipi di tengu nella mitologia giapponese, anche se i più famosi sono sicuramente il Daitengu e il Kotengu.
Il Daitengu è descritto come un imponente semi-umano, la cui caratteristica più prominente è un lungo naso e grandi ali. Sono i più comuni e ad oggigiorno è facile trovare maschere che ricordano le sue sembianze. Questi tipi di tengu vivono nelle profondità delle foreste di montagna e, oltre ad avere il potere di possedere gli esseri umani, caratteristica tipica per questo tipo di yokai, hanno anche l’abilità di controllare il vento, la spada e il volo. Nelle leggende popolari si racconta spesso di Daitengu che decidono di rapire esseri umani a volte per tormentarli, ma altre volte per insegnargli la magia. Solitamente il Daitengu è raffigurato con in mano il grande ventaglio che usa per suscitare enormi venti, guerre o disastri naturali.
Il kotengu, invece, chiamato anche karasutengu, è un tipo di tengu capace di assumere la forma di corvi o rapaci, in particolare il nibbio bruno. Solitamente indossano abiti da monaco buddhista, ma le loro sembianze sono molto più animalesche, non solo nel loro aspetto, ma anche nel loro comportamento. In numero sono molti meno dei daitengu e solitamente il loro atteggiamento non ha ripercussioni sulla società umana, anche se, in molte leggende, sono descritti come esseri che, seppur facili da ingannare, sono soliti cibarsi degli esseri umani. Nonostante i kotengu siano la versione dei tengu originaria, oggigiorno sono descritti come i servi dei kaitengu.
I Tengu oggi
I tengu vengono descritti come creature capricciose che possono agire sia nel bene che nel male. Talvolta si divertono a giocare scherzi pesanti, come appiccare fuochi a foreste o porte di templi, o addirittura mangiare le persone. I tengu amano camuffarsi da viandanti umani, assumendo forme amichevoli, come eremiti itineranti, poi, dopo aver guadagnato la fiducia della vittima, ci giocano, ad esempio facendola volare o immergendola in un’illusione che sono esperti a creare. Oppure la rapiscono. Le vittime spesso si svegliano molto lontano senza alcuna memoria del tempo trascorso. E’ per questo motivo che la sparizione di bambini è spesso attribuita ai tengu, soprattutto se sono poi ritrovati in stato confusionale.
Queste creature possono anche comunicare con gli umani per telepatia, e sono talvolta accusati di possessione demoniaca o controllo della mente. Grazie ai loro scherzi malvagi, la gente talvolta lascia loro delle offerte, generalmente riso o pasta di fagioli, per ingraziarseli.
I tengu sono orgogliosi, vendicativi, facili all’ira, particolarmente intolleranti verso gli arroganti, i blasfemi, coloro che abusano del loro potere e della loro conoscenza per tornaconto personale, e coloro che arrecano danno alle foreste in cui essi abitano. Talvolta gli si attribuisce un istinto politico: si immagina che alcuni tengu si immischino negli affari dell’umanità per impedirle di diventare troppo potente o pericolosa. Nonostante la loro intolleranza verso questo attributo, i Tengu sono noti per essere molto egoisti, da cui la locuzione “tengu ni naru” (“diventare un tengu”), cioè fare il vanitoso.
Proprio per la loro natura particolare, il loro comportamento ambiguo e la loro consolidificazione nell’immaginario orientale per secoli, i tengu creature del folklore giapponese sono, al giorno d’oggi, soggetti popolari nella narrativa moderna, nel cinema, nell’animazione, nei fumetti e nei videogiochi giapponesi.
FONTI su tengu creature del folklore giapponese
Vado in Giappone, Tengu daitengu e creature mitologiche del Giappone, di Fabrizio Chiagano
Japan Info, What Do You Know About ‘Tengu’? A Legendary Japanese Creature
Giappone in Pillole, TENGU 天狗, di Antonino Leotta
Tofugu, TENGU: THE JAPANESE DEMON THAT’S BASICALLY A MINI-GOD, di Linda Lombardi