
La cultura culinaria giapponese come la si conosce oggi nasce dall’interazione con la tradizione gastronomica della vicina Cina. Tra il VI° e il VII° secolo, infatti, i traffici commerciali tra i due paesi fecero sì che la cucina nipponica si permeasse dei valori e dei principi buddhisti, adottati dal popolo cinese. Il buddhismo zen, credo religioso basato sulla valorizzazione e sul rispetto di qualsiasi forma di vita, determinò l’assunzione di uno stile di vita prettamente vegetariano.
Con la caduta della dinastia Tang, verso la metà del IX° secolo, l’influenza cinese arrivò al termine: iniziò così il periodo più florido del mondo giapponese, durante il quale raffinatezza ed eleganza entrarono a far parte dell’arte del mangiare e del servire il pasto. Da quel periodo in poi si iniziò a sviluppare una vera e propria cultura nipponica per il pasto, che assunse nel tempo un valore molto importante al di là del semplice bisogno nutritivo.
Fondamentale, infatti, è l’estetica dei piatti: il cibo deve essere innanzitutto bello a vedersi, anche prima che esso sia cucinato. Le fette devono essere tagliate in modo regolare, le guarnizioni devono avere i giusti colori e le stoviglie devono essere adeguate al piatto che si presenta. Piatto, cibo e utensili, in totale armonia cromatica tra loro, costituiscono una vera e propria opera d’arte.

Tradizioni culinarie
Come detto prima i giapponesi prestano grande attenzione non solo al gusto del cibo, ma anche al suo aroma, oltre che all’esperienza visiva e tattile del cibo. La cucina giapponese utilizza una serie di condimenti e componenti aggiuntivi accuratamente selezionati per ogni piatto. Questi ultimi sono delicati nel gusto e nell’aroma, in quanto tradizionalmente i giapponesi evitano gusti e aromi estremi, preferendo utilizzare solo i condimenti di base, come sale, zucchero, pepe, salsa di soia e wasabi (rafano giapponese). Questi hanno lo scopo di esaltare il gusto naturale del cibo, rendendo il suo sapore pieno e caratteristico. A causa dell’uso ridotto di condimenti, la cucina giapponese può essere considerata insipida, ma i critici culinari lodano l’esperienza del gusto naturale.
Un’altra cosa da notare è che i giapponesi sono piuttosto seri riguardo alla classificazione degli alimenti: distinguono un gran numero di diversi tipi di pasta, pesce, frutta, alcol, verdura e riso. Grazie a ciò la cucina giapponese è conosciuta come una delle più equilibrate e salutari al mondo.
La cucina giapponese può essere divisa in diversi gruppi. Innanzitutto, ci sono i piatti serviti freddi, detti namasumono. Altri gruppi includono piatti cucinati (nimono), piatti alla griglia (teppanyaki), arrosti (yakimono) e fritti (agemono). Poi abbiamo insalate (sunomono) e piatti fermentati (tsukemono), e infine piatti di riso (gohanmono) e sushi.
I giapponesi hanno una cucina caratteristica che è diventata popolare in tutto il mondo. Il Giappone è noto per i suoi deliziosi frutti di mare, verdure, riso e pasta. I piatti giapponesi più conosciuti includono sushi, ramen, okonomiyaki, pesce essiccato, manzo, maiale e pollame, takoyaki, gomae, dolci al tè verde e miso.
Etichetta a tavola

Ci sono molte componenti diverse nell’etichetta giapponese quando si tratta di mangiare tra cui:
- Il modo di sedersi: tipicamente i giapponesi mangiano intorno a tavoli bassi e si siedono su un cuscino posto sul pavimento in tatami (una stuoia simile a una canna). In situazioni formali sia gli uomini che le donne si inginocchiano, mentre in situazioni tra amici gli uomini siedono a gambe incrociate e le donne si siedono con entrambe le gambe di lato.
- Spesso nei ristoranti e nei bar viene offerto un asciugamano riscaldato “a vapore”, chiamato oshibori, per lavarsi le mani.
- Importante è anche l’uso delle bacchette durante tutta la durata del pasto: non bisogna mai lasciarle nella ciotola del cibo, né agitarle troppo, né usarle per passare cibo a qualcun altro. Solitamente, quando non vengono utilizzate si ripongono su un hashioki, un supporto per bacchette. Le bacchette vengono anche utilizzate per mangiare le zuppe in quanto ricche di ingredienti. Inoltre, sorseggiare la zuppa inalando aria è comune in quanto si crede aumenti il gusto della minestra.
La cultura culinaria giapponese è molto piacevole da essere approfondita, e vale la pena perdersi tanto nei suoi gusti quando nelle regole dell’etichetta.
FONTI sulla La cultura culinaria giapponese
Il Giornale del Cibo, Alla scoperta della cucina giapponese, di Deborah Ascolese
Oyakata, Japan: culinary customs and traditions
Kobe Jones Blog, A complete guide to japanese dining etiquette
Giappone in tavola: Sa Shi Su Se So di Antonella Galante
La tradizionale cucina vegetariana dei monaci buddhisti: shojin ryori di Elena Santella
[…] con le bacchette? Qual è l’ordine per mangiare? ‘Sushi da banco’ 22 maniere, 24/06/2019La cultura culinaria giapponese di Alice […]