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Gli emakimono: il Choju jinbutsu giga

Choju Jinbutsu Giga emakimono giapponese

In Giappone, tra gli emakimono, il Choju jinbutsu giga, caratterizzato da un tono satirico e protagonisti inusuali, è sicuramente uno dei più particolari ed interessanti da analizzare.

L’emakimono in Giappone

Anche se è nato in Cina, è in Giappone che il potenziale narrativo dell’emakimono viene sfruttato al massimo e portato ai più alti livelli di espressione.

Il termine emakimono significa letteralmente “immagini arrotolate”. Esso si caratterizza per una narrazione raccontata sia attraverso le parole sia con l’utilizzo delle immagini. Gli emaki sono generalmente composti da fogli di carta o seta uniti insieme orizzontalmente. La parte finale di sinistra è attaccata a un perno attorno al quale l’emaki viene arrotolato per essere conservato quando non viene esposto. Sull’altra parte del rotolo, invece, a destra del primo passaggio di testo, troviamo un frontespizio, solitamente decorato, che protegge il rotolo quando non viene utilizzato. Solitamente srotolati e letti da destra a sinistra, essi iniziano con un testo, tendenzialmente scritto in verticale. Anche il testo si legge da destra a sinistra ed è seguito da un’immagine che può essere breve o lunga a discrezione dell’artista.

emakimono: il Choju jinbutsu giga ritrae animali
Gli originali sono al Kyoto National Museum e Tokyo National Museum

Le tipologie di emaki

Generalmente, questi rotoli possono essere di due stili differenti: otoko-e (immagini di uomini) e onna-e (immagini di donne).  Quest’ultimo riprende lo stile pittorico yamato-e in cui dominano i colori e i soggetti tipicamente giapponesi. Il primo, invece, venne associato ad immagini monocromatiche o leggermente colorate basate sullo stile cinese caratterizzato da linee calligrafiche utilizzate per creare immagini. Ritroviamo questo stile in opere come il Choju jinbtsu giga, opera notevole per tanti aspetti.

Il Choju jinbutsu giga

In questo particolare emaki del dodicesimo secolo abbiamo una narrazione continua. Infatti, non c’è un testo di apertura o alcun passaggio scritto all’interno del rotolo e le illustrazioni non vengono mai interrotte. Inoltre, è un rotolo monocromatico in cui si può notare una pittura molto rapida, umoristica e satirica. Protagonisti del rotolo sono animali che l’artista ha disegnato in modo umanizzato con tratti veloci d’inchiostro nero. Troviamo conigli che, con un salto mortale, si tuffano in un lago, rane che danzano, altre che combattono o competono contro altri conigli in una gara di tiro con l’arco. Ancora, possiamo vedere una volpe che guarda la sopracitata gara in disparte, quasi timidamente, molto coinvolta dalla competizione. Altri animali visibili sono, ad esempio, le scimmie ladre che scappano da altri animali.

Le rane negli emakimono: il Choju jinbutsu giga
Le rane sono fra i protagonisti delle storie narrate.

Nella scena finale del primo rotolo del set da quattro di cui si compone questo emaki vediamo un servizio commemorativo dove una congregazione di animali, sistemati a semicerchio, sono dietro ad una scimmia vestita da monaco. Sull’altare davanti ad essa è venerata una rana.
Le rane, tra gli altri animali, sono le protagoniste assolute di quest’opera. L’autore le ha raffigurate mentre ridono, saltano, suonano strumenti e pregano. Le volpi, invece, rappresenterebbero delle donne che si nascondono con fare timido.

fonti per Gli emakimono e il Choju jinbutsu giga.

P. Mason, D. Dinwiddie (Revised by), History of Japanese Art, Pearson Education Inc, Upper Saddle River, New Jersey, USA, 1993
Corso di storia dell’arte giapponese anno accademico 2019-2020, docente Silvia Vesco.
京都国立博物館 | Kyoto National Museum (kyohaku.go.jp)
TOKYO NATIONAL MUSEUM – (tnm.jp)
Gli emaki del periodo medievale: lo Heiji monogatari emaki di Nicole Renè Sanzeni

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