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Namie e il disastro nucleare di Fukushima

città-fantasma

Mentre il paese celebrava l’anniversario del terremoto, dello tsunami e del disastro nucleare avvenuto l’11 marzo 2011, parti della prefettura di Fukushima sono ancora vietate alla popolazione e la prefettura sta ancora lottando per riprendersi.

All’interno di queste zone ancora interdette si può passare solamente in auto, senza effettuare alcun tipo di sosta e senza scendere dal veicolo. E’ assolutamente vietato raccogliere qualsiasi cosa provenga da quelle zone, poiché ancora altamente contaminate.

Namie e il disastro nucleare
Sona vietata

Anche se il governo cerca di riportare persone e posti di lavoro in queste città fantasma, spendendo miliardi di dollari per decontaminare e ricostruire, sono poche le famiglie che hanno avuto il coraggio di ritornare nelle loro città natali. Il futuro della prefettura è offuscato dai 30/40 anni che potrebbero essere necessari per la disattivazione dell’impianto nucleare di Fukushima Daiichi, vicino alla quale sono ancora immagazzinati milioni di litri di acqua radioattiva trattata.

Numerosi sforzi di ricostruzione sono stati fatti nella speranza di attrarre più di una piccola parte della precedente popolazione: dal banale, come la realizzazione di supermercati e infrastrutture di trasporto, allo straordinario con la costruzione di un impianto di energia a idrogeno all’avanguardia.

l’incidente, Namie e il disastro nucleare

Namie, dove un memoriale in pietra elenca i circa 200 cittadini morti nello tsunami, è stata evacuata durante la notte in seguito all’incidente alla centrale nucleare di Fukushima, distante circa 8 chilometri dal centro della cittadina. L’intera popolazione di 21.000 persone è stata improvvisamente costretta ad abbandonare tutto per cercare di salvarsi.

Durante l’evacuazione molti residenti della città si rifugiarono in un centro comunitario nella parte occidentale di Namie, nella convinzione che i venti stagionali avrebbero soffiato le radiazioni della centrale in una direzione diversa. Invece, un cambiamento nella direzione del vento fece esplodere il pennacchio della centrale direttamente su di loro, contaminando pesantemente quella parte della città.

Mesi dopo è stato rivelato che il governo nazionale aveva saputo del cambiamento di direzione dei venti, grazie alle efficientissime previsioni meteorologiche del sistema informatico SPEEDI, ma avevano deciso di non avvisare gli sfollati per evitare il panico. Tamotsu Baba, all’epoca sindaco di Namie, disse che la decisione di nascondere le informazioni alla sua città era paragonabile ad un “omicidio”.

la rinascita della speranza

Quattro anni fa, dopo frequenti monitoraggi della zona, alcune parti della città sono state riaperte alla popolazione, ma solo 1.600 dei vecchi residenti sono tornati indietro, registrando così un calo della popolazione di oltre il 90%. Nonostante il Governo abbia assicurato che i livelli di radiazione sono tornati alla norma, i sondaggi mostrano che più della metà di coloro che sono stati evacuati non ha intenzione di tornare e anche i più affezionati della città non stanno cercando di tornare indietro.

Ci sono comunque tentativi di rinascita all’interno della città. Ad esempio, tra le case vuote e i campi aridi, si erge un nuovo simbolo splendente del lento viaggio della comunità verso il ritorno ad un vita quotidiana normale: un minimarket.

Supermercati 7-eleven
Insegna della catena di supermercati “7-eleven”

Vista l’importanza ricoperta dai supermercati in Giappone, il nuovo 7-Eleven di Namie, che ha aperto all’inizio del 2020, rappresenta un investimento per il futuro, come affermato dal rappresentante stesso del negozio, Tadayoshi Nihongi.

“Ho preso in considerazione diversi posti per aprire un 7-Eleven e ho scelto un luogo che sarebbe cresciuto d’ora in poi”.

Tadayoshi Nihongi

Nihongi, che proviene dalla Prefettura di Miyagi, vicino alla Prefettura di Fukushima, dichiara la principale clientela del negozio sono i lavoratori coinvolti nello smantellamento della centrale nucleare o nella ricostruzione delle infrastrutture. A suo parere, in futuro saranno necessarie più attività di vendita al dettaglio “poiché più persone verranno a vivere in città”.

L’esempio più toccante di un nuovo tentativo di rinascita si può vedere con Yoshimitsu Kazuki, uno dei pochi abitanti che, insieme a sua moglie e suo figlio, ha deciso di stabilirsi nuovamente a Namie. Quando Yoshimitsu spiega il motivo della sua scelta, risponde semplicemente che tutto è dovuto al suo amore per Namie e al suo desiderio di fare qualcosa per la sua città.

Questo desiderio lo ha portato ad aprire un piccolo ristorante nei pressi del confine della zona sicura di Namie, nella speranza di riportare vitalità per le strade della città. L’attenzione di Yoshimitsu nei confronti di Namie è sempre stata molto forte: lui stesso racconta di essere stato in prima linea, subito dopo l’esplosione, come vigile del fuoco volontario cercando di fare quanto possibile per aiutare la popolazione nell’improvvisa evacuazione.

“Ovviamente ci sono tante paure, ma ho un atteggiamento positivo. Altrimenti non si va avanti nella vita. Adoro questa città e le mie speranze sono più forti delle mie paure”.

Yoshimitsu Kazuki

Come vigile del fuoco Yoshimitsu è stato uno degli ultimi a poter fuggire dalla tragedia, ma come ristoratore è stato uno dei primi a tornare a casa.

peluche abbandonato
Simboli di una terra ferita

Namie è rimasta congelata nel tempo, ferma a quel fatidico giorno. Una città fantasma popolata solo dagli oggetti e dai ricordi di chi soleva trascorrere la sua quotidianità per quelle strade. Sbirciando all’interno delle abitazioni si possono ancora intravedere oggetti quotidiani completamente abbandonati, che fungono da ulteriore testimonianza di quella fuga improvvisa e inaspettata, come una Pompei del XXI° secolo. È questa vista che rende questo triste evento ancora più tragico.

Solo il tempo ci rivelerà il futuro di questa cittadina; possiamo solo sperare che la rinascita della popolazione di Namie avvenga al più presto e in totale sicurezza.

Fonti su Namie e il disastro nucleare

Amazon Prime, “James May- Il nostro inviato in Giappone”, 2020, estratti del secondo episodio
Nikkei Asia, “Former Fukushima ghost town stirs with new business 9 years on”, di Akane Okutsu, 03/2020
Bloomberg, “Ghost Towns of Fukushima Remain Empty After Decade-Long Rebuild”, Isabel Reynolds, 03/2021
Namie official website

Rilascio acque radioattive di Fukushima: minaccia ambientale – di Alice Fregoni
Disastro di Fukushima: la letteratura risponde – di Erica Fortunato
Terremoto a Fukushima – di Alice dal Bianco

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