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Come andare in Giappone in tempi di pandemia: le ultime news

Passaporto-giapponese

Sono molte le persone che aspettano da tempo di visitare l’arcipelago nipponico, ma non sanno esattamente come andare in Giappone, a causa della situazione pandemica che stiamo ancora vivendo. Il Giappone, infatti, ha chiuso i battenti a quasi qualunque tipo di visita per lunghissimo tempo, rendendo la vita difficile a chi sognava di andarci da molto. Tuttavia, negli ultimi mesi, si ha qualche apertura per coloro che pianificano di andarci per motivo di lavoro o di studio. Qui una mini-guida per aiutarvi a capire in che modo riuscire finalmente ad andare in Giappone in tempi di pandemia!

i visti

Per entrare in Giappone, al momento, è necessario avere un visto che non sia turistico. Normalmente, per coloro che visitano il paese per 3 mesi o meno, non è necessario fare alcunché, se non compilare dei documenti forniti durante il volo o all’arrivo in aeroporto, per ottenere il visto turistico. Tuttavia, per il momento, l’ingresso per turismo è ancora vietato. Al contrario, è possibile entrare nel paese, anche per lunghi periodi, se in possesso di uno dei seguenti visti:

  • Visto lavorativo: dato a coloro che devono viaggiare in Giappone per motivi lavorativi o di affari; può essere per soggiorni brevi (meno di 3 mesi) o lunghi (fino a 5 anni)
  • Visto studentesco: fornito agli studenti internazionali che entrano a far parte di un ateneo giapponese tramite i vari gemellaggi delle università o altri progetti specifici per studenti; è di un anno. Ovviamente ogni ateneo italiano e giapponese ha i suoi specifici sistemi per selezionare studenti e, di conseguenza, indicazioni su come andare in Giappone tramite visto studentesco
  • Visto specifico: solo per ricongiungimenti con famigliari o coniugi, per cittadini giapponesi di ritorno al paese d’origine e altri pochi casi; è un visto che dura da 1 a 5 anni
Capiamo come andare in Giappone ai tempi del COVID
I voli per il Giappone durano circa 12/14 ore

ottenere il visto

Si può richiedere un visto per il Giappone all’Ambasciata Giapponese a Roma, o a uno dei due consolati generali del Giappone: quello di Milano per i residenti in nord d’Italia e quello di Napoli per chi vive al sud. In base al visto che si vuole ottenere, bisogna presentare specifici documenti, oltre a un passaporto valido e una fototessera recente.

Per coloro che viaggiano per motivi lavorativi e che soggiorneranno in Giappone per poco tempo, è necessaria una lettera della propria azienda che autorizza lo spostamento specificando il motivo del viaggio e la durata. Bisogna poi presentare una lettera di garanzia e un documento a parte che specifichi nuovamente il motivo dell’invito in Giappone.

Nel caso in cui si soggiornerà in Giappone per lunghi periodi, sia per motivi lavorativi che di studio, è necessario compilare un modulo di richiesta e presentare il Certificato di Eleggibilità. Quest’ultimo è fornito dall’università o dall’ente giapponese che accoglierà il viaggiatore, ed è assolutamente indispensabile. Difatti, prima di richiede il visto, bisogna aspettare di ricevere il CoE, che dovrebbe essere spedito direttamente dal Giappone. Viste le difficoltà delle spedizioni a causa del conflitto in Ucraina è possibile, al momento, presentarsi anche con una copia del documento e non con l’originale. Per entrambi i casi sopra descritti, inoltre, è indispensabile anche il Certificato di completamento della registrazione, Uketsuke zumi sho, che specifica dove risiederà il viaggiatore e altre importanti informazioni.

Per coloro che viaggiano per circostanze particolari, solitamente per ricongiungersi a un famigliare residente in Giappone, serve presentare un programma giornaliero del proprio viaggio, una lettera d’invito, una di garanzia e un documento che provi il grado di parentela con la persona che ospiterà il viaggiatore, insieme a un loro documento d’identità.

Entrare in Giappone in tempi di pandemia: documenti e covid

Ovviamente il visto è il documento principale da ottenere se si vuole mettere piede in Giappone. Tuttavia, per concludere il processo di immigrazione, servono ulteriori documenti, dovuti alla situazione pandemica. Primo fra tutti, una certificazione di vaccinazione contro il COVID-19. Bisogna presentare una lista delle vaccinazioni, compresa di date e tipo di vaccino somministrato (per i cittadini italiani bastano i tre green pass).

Infine, è necessario svolgere un tampone molecolare a non più di 72 ore dall’orario di partenza del volo diretto in Giappone. Attenzione: se si fa scalo, è necessario tenere conto dell’orario di partenza del secondo volo. Bisogna quindi presentare l’esito negativo del tampone, in un formato che descriva il tipo di tampone e la data e l’ora in cui è stato fatto, e che porti la firma del dottore e dell’ente o ospedale che l’ha svolto. Il governo giapponese mette a disposizione un formato da seguire, che si può presentare invece di quello dato dagli ospedali italiani, per essere sicuri di avere tutte le informazioni che servono.

vaccinazioni e quarantena

Una delle domande più ovvie su come andare in Giappone riguarda la necessità o meno di fare la quarantena una volta là. Il governo giapponese ha indicato i cosiddetti designated countries, ovvero paesi colpiti fortemente dalla variante omicron, tra cui per esempio Turchia, Arabia Saudita, Vietnam o Egitto. Se si proviene da uno dei 10 paesi designati, si è costretti ad una quarantena, la cui lunghezza varia in base alla certificazione di vaccinazione presentata.

Narita è l'aeroporto più grande di Tokyo
Aeroporto di Narita, Tokyo

L’Italia al momento, non è uno di questi paesi per cui, se sono state fatte 3 dosi di vaccino, è possibile arrivare in Giappone senza dover svolgere alcun periodo di quarantena. Attenzione però: non tutti i tipi di vaccino vengono accettati. Astrazeneca, Moderna, Johnson & Johnson e Pfizer vengono riconosciuti senza problemi, ma per la terza dose servono booster di Moderna o Pfizer. Nel caso in cui non si abbia un vaccino riconosciuto, o si abbiano meno di 3 dosi, si dovrà fare un periodo di quarantena, anche se non si proviene da un paese designato. La quarantena può essere di 3 giorni o di 7, con la possibilità, in alcuni casi, di accorciarla, se si presenta un tampone con esito negativo.

le app governative

Mentre si racimolano tutti i documenti, è bene scaricare delle app che il governo giapponese ha reso obbligatorie a coloro che arrivano in Giappone. In realtà, è più nell’interesse del viaggiatore stesso, poiché permettono di rendere il processo di immigrazione molto più svelto.

La prima app da scaricare è MySOS. Si tratta di un’app tramite la quale si accede a Fast Track, un sito su cui svolgere un questionario e firmare una dichiarazione di responsabilità. Questi raccolgono dati sull’indirizzo in cui il viaggiatore vivrà, sulla sua salute, sul suo biglietto aereo, contatti d’emergenza e altre informazioni. Tramite la stessa app sarà possibile caricare i certificati di vaccinazione e il risultato negativo del tampone molecolare. Una volta fatto, questi documenti verranno direttamente controllati e accettati tramite la stessa app, così che non debbano essere controllati una seconda volta in aeroporto.

Inoltre, MySOS traccia i casi di positività all’interno del proprio volo. All’arrivo in Giappone, infatti, è obbligatorio svolgere un tampone rapido che se positivo costringerà il viaggiatore a una quarantena. Durante il periodo di quarantena, sia l’app MySOS che un’altra app, CoCoa, tracceranno gli spostamenti della persona potenzialmente infetta e invieranno notifiche e chiamate a cui bisogna necessariamente rispondere. Anche se si è in teoria esenti dalla quarantena, dunque, bisogna premunirsi di queste app e di un ipotetico indirizzo in cui svolgere la quarantena nel caso in cui si risulti positivi in aeroporto o arrivi una notifica di MySOS.

il processo di immigrazione

La maggior parte dei voli offre la possibilità ai passeggeri di compilare alcuni dei questionari necessari direttamente sull’aereo. Alcuni di questi questionari non si trovano sull’app, riguardano la propria salute e sono una dichiarazione di non mentire riguardo le varie certificazioni presentate. Sono comunque disponibili e scaricabili dal sito del Ministero della Salute del Giappone, sia in inglese che in giapponese. Altri documenti servono per ottenere la carta di residenza o riguardano dichiarazioni su ciò che si sta introducendo nel paese.

I controlli per l'immigrazione possono richiedere diverse ore
Security gate di Narita, Tokyo

Al momento dell’immigrazione gli addetti controllano i documenti necessari e se tutti i documenti sono stati caricati su MySOS, non verranno ricontrollati. Il processo di immigrazione comprende anche un tampone rapido, per il quale bisogna attendere il risultato in aeroporto. Una volta ricevuto il via libera con un risultato negativo, è possibile passare al controllo dei bagagli e alla ricezione della carta di residenza, documento indispensabile per tutti gli stranieri che soggiornano in Giappone per lungo tempo. Dopo la consegna delle varie dichiarazioni e il ritiro dei propri averi, si è finalmente liberi di andare e godersi il Sol levante.

andare in giappone: conclusioni

Il processo per entrare è sicuramente lungo e snervante, e purtroppo non si hanno mai grandi certezze a causa del COVID-19. Tuttavia, il governo giapponese si è attrezzato in modo da rendere i vari processi di accettazione sempre più veloci, e sta proprio ora pianificando ulteriori miglioramenti. Un consiglio da seguire sicuramente è di restare sempre aggiornati tramite le pagine di informazioni giapponesi. Inoltre, è da tenere presente che, se si sarà accettati da un ente pubblico, probabilmente anche quest’ultimo chiederà specifiche documentazioni. Esempi sono altre liste di vaccinazioni o una health check list, che traccia la propria salute e temperatura per le 2 settimane prima dell’arrivo.

Si spera che questo articolo abbia chiarito un po’ di idee su come andare in Giappone in tempi di pandemia e di guerre. Una cosa è certa: nonostante tutto, alla fine ne vale la pena!

fonti sul Giappone in tempi di pandemia

Sito del Consolato generale del Giappone a Milano, Visti
Sito del Ministero della salute giapponese, Japanese border measures

Giappone e chiusura per Covid: sakoku? di Giorgia Michela Pizzo

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