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Il Giappone: il Paese dei terremoti

Sisma in Giappone

In Giappone si verificano circa 5.000 terremoti all’anno, dei quali più della metà passa inosservata a causa o della bassa magnitudo o perché l’ipocentro (il punto sotto la superficie terrestre dove comincia a propagarsi la frattura che genera il terremoto) è lontano dal paese. Tuttavia, ogni anno, avvengono in media di 160 terremoti di magnitudo 5 o superiore, che vengono ben sentiti dalla popolazione, ma che raramente comportano gravi danni o un elevato numero di vittime. Il 1 gennaio 2024 un terremoto di magnitudo 7,5 ha colpito la zona della prefettura di Ishikawa, causando, con la conta ad oggi, quasi 200 morti e centinaia di feriti e dispersi.

Questo elevato numero di terremoti è dovuto alla posizione geografica del Giappone, situato esattamente lungo la “Cintura di fuoco del Pacifico”, una catena lunga 40.000 km composta da almeno 450 vulcani, di cui 265 classificati come potenzialmente attivi.

Inoltre, il Giappone è situato su ben quattro placche tettoniche: la placca pacifica, la placca delle Filippine, la placca euroasiatica e la placca nordamericana, le quali, scorrendo l’una contro l’altra, accumulano una forte tensione che viene alla fine rilasciata sotto forma di scosse sismiche.

Infine, un altro fattore responsabile dei numerosi terremoti nel paese è, senza ombra di dubbio, la Fossa del Giappone, una fossa oceanica lunga 800 metri e profonda 8.410 metri, situata nella parte nord-occidentale del Pacifico, la quale si ritiene colma di vulcani sistematicamente attivi a meno di 5.000 metri di profondità.

terremoti in Giappone
Giappone: il Paese dei terremoti

I terremoti più significativi nella storia del Giappone

Il terremoto di Kobe del 1995

Il 17 gennaio 1995 nella città di Kobe, situata nella regione del Kansai, prefettura di Hyogo, si verificò un terremoto di magnitudo 7,3 che causò la morte di oltre 4.500 persone. Il sisma è noto anche come “Il Grande Disastro Sismico di Hanashin-Awaji” in quanto, a causa dell’intensità della scossa, i pilastri del ponte Akashi Kaikyo che collega l’isola di Honshu con quella di Awaji, si spostarono di quasi un metro.

Dopo il terremoto, in tutto il Giappone, ogni 17 gennaio si celebra la Giornata di volontariato per la prevenzione dei disastri, mentre a Kobe, nel mese di dicembre, si svolge il “Kobe Luminarie”, un evento organizzato per commemorare le vittime del sisma.

Terremoto di Kobe
La distruzione lasciata dal terremoto di Kobe

Il terremoto del Tohoku del 2011

Il mega sisma che colpì il Tohoku l’11 marzo 2011 si verificò al largo della costa di Sanriku, nella prefettura di Miyagi, a circa 130km a est di Sendai e a 370km a nord-est di Tokyo. Con una magnitudo di 9,1, quello del Tohoku viene ancora oggi ritenuto il più potente terremoto mai registrato in Giappone.

Il terremoto del Tohoku è conosciuto anche come “tripla catastrofe” in quanto il disastro non è stato causato solo dalla forte scossa, ma anche dal conseguente tsunami, alto ben 23 metri che inondò oltre 500km² della costa del Pacifico giapponese. Inoltre, in seguito ai danni causati sia dal terremoto sia dallo tsunami, avvenne il disastro della centrale nucleare di Fukushima. Infine, nei giorni e nelle settimane successive al disastro, si sono registrati circa 500 terremoti di magnitudo da 5,0 a 7,0.

Centrali nucleari e Acque radioattive di Fukushima
Una centrale nucleare

Stando ai dati di giugno 2020, 15.899 persone sono morte nel triplice disastro e 2.529 sono ancora ritenute disperse, in più quasi mezzo milione di persone è stata costretta ad abbandonare le proprie case e i propri averi a causa del disastro nucleare. Il terremoto del Tohoku è stato talmente forte da aver alterato la tettonica delle placche: l’isola di Honshu si è spostata di 2,4 metri a est e la penisola di Oshika, nella prefettura di Miyagi, è affondata di 120cm. Ha suscitato critiche, specie dai Paesi vicini, il rilascio acque radioattive di Fukushima, che molti hanno ritenuto una minaccia ambientale.

Il grande terremoto del Kanto del 1923

La mattina del primo settembre 1923, alle 11:58, si verificò quello che verrà poi ricordato come “Grande Terremoto del Kanto”, una scossa sismica di magnitudo 7,9 con epicentro nella baia di Sagami che durò oltre 5 minuti, causando anche diversi tsunami, e rase al suolo la capitale, la città di Yokohama e altre aree delle prefetture circostanti.

Tuttavia, il disastro non si limitò solamente al terremoto. Essendo quasi l’ora di pranzo, infatti, la maggioranza delle persone si trovava dentro la propria casa, intenta a cucinare e al momento della scossa, il fuoco dei fornelli e dei camini accesi provocò un alto numero di incendi, alimentati dai forti venti scaturiti da un tifone che si abbatté sulla costa di Noto, a Nord del Giappone. All’epoca la città di Tokyo era costituita principalmente di edifici in legno, che bruciarono inesorabilmente per due giorni di seguito visto che, a causa di più guasti alle condutture dell’acqua, non si poté intervenire immediatamente.

Incendio in Giappone
Ricostruzione di un incendio

Il totale delle vittime fu stimato ad oltre 100.000 persone, per la maggior parte a causa degli incendi. L’episodio più grave si verificò a Rikugun Honjo Hifukusho, dove 38.000 sfollati a causa del terremoto vennero travolti dalle fiamme senza avere una via di fuga, morendo tutti carbonizzati. Infine, dopo il terribile evento iniziarono a serpeggiare dicerie e pettegolezzi da parte della popolazione, alimentati dai giornali propagandistici di ideologie nazionaliste e di regime, in cui si accusavano gli immigrati coreani di aver appiccato gli incendi e di aver avvelenato i pozzi d’acqua. Si scatenarono così moltissimi episodi di violenza, che portarono all’ulteriore morte di oltre 2.000 persone.

FONTI per l’articolo Giappone: il Paese dei terremoti

Voyapon, Terremoti in Giappone: perchè sono così comuni e cosa fare quando se ne presenta uno, di Yvonne
Smithsonian Magazine, The great Japan earthquake of 1923, di Joshua Hammer
Britannica, Tokyo-Yokohama earthquake of 1923

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