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Vedova / Shimamoto: l’Informale da oriente ad occidente

Shozo Simamoto

Venerdì 21 agosto 2020 alle ore 18.00 sarà inaugurata la mostra “Vedova / Shimamoto: l’Informale da oriente ad occidente”, l’omaggio alla grande rivoluzione della stagione Informale internazionale che la Città di Asolo (Tv) presenterà presso le sale del Museo Civico fino al 29 novembre 2020. Shozo Shimamoto è un artista dai colori esplosivi, che comunica con forza vibrazioni e sensazioni intense, e questa mostra che lo mette a confronto con illustri colleghi è un’ottima occasione per conoscerlo oppure per vederlo sotto una nuova luce.

Vedova Shimamoto in mostra ad Asolo (TV)
Un momento cruciale per l’arte

Organizzata dalla Città di Asolo – Assessorato alla Cultura, dal Museo Civico e dall’agenzia MV Eventi e resa possibile grazie al prezioso supporto degli sponsor Settentrionale Trasporti, Allianz Assicurazioni, Studio Bacchin e Associati e da Tenuta Amadio, l’esposizione sarà un percorso di circa 50 opere provenienti da collezioni private di tutta Italia.

Le ricerche di Afro, Burri, Corpora, De Luigi, Jenkins, Miotte, Mukai, Santomaso, Shimamoto, Sumi, Tobey, Uemae e Vedova, alcuni dei protagonisti presenti in mostra, ci introdurranno nella ricerca di coloro che, partendo dalla riorganizzazione del dato percettivo, hanno saputo evidenziare la violenza espressiva e la struttura stessa della materia e del colore.
Già Giulio Carlo Argan, riferendosi all’Informale e all’opera di Alberto Burri, aveva definito questo momento cruciale per l’arte del Novecento spiegandoci che “non è la pittura a fingere la realtà ma la realtà a fingere la pittura” osservando come, sul finire degli anni Cinquanta, il mondo dell’arte era ancora diviso tra figurazione e astrattismo fin quando il critico francese Michel Tapié non coniò il termine “Informal” in quegli stessi anni.

Museo Civico di Asolo, mostra Vedova Shimamoto
effetti figurativi e psicologici

La reazione alla pittura geometrica e a quella realistica, che sta alla base del significato del termine, sul piano della pittura coniugava effetti figurativi e psicologici assieme, con il risultato di manifestare apertamente la tensione socio-culturale accumulata dagli artisti in una reazione violenta dell’artista-intellettuale contro l’artista-tecnico.

“è con rinnovato entusiasmo che Asolo, Città dai Cento Orizzonti, – afferma il Sindaco Mauro Migliorini – accoglie negli spazi del proprio Museo un importante evento dedicato al mito di Woodstock e con esso a quei turbinosi anni Sessanta; le due mostre precedenti: la prima dedicata a Andy Warhol e di seguito quella sulla Pop Art italiana, con particolare attenzione alla figura di Mario Schifano, hanno certamente fatto da corollario a quest’ultimo progetto che si dislocherà non solo nelle sale del Museo, ma anche della Torre Civica. Una mostra trasversale, strutturata per coinvolgere il pubblico, sempre più numeroso e partecipe agli eventi del Museo. L’augurio è che anche questa mostra possa creare un momento di riflessione e di dialogo in grado di coinvolgere tutti noi emotivamente. Un ringraziamento particolare va ai privati che hanno creduto e sostenuto il progetto, ai prestatori, ai curatori e a tutti i collaboratori che hanno permesso di raggiungere questo importante obiettivo.”

“Se in procinto di creare non si getta via il pennello non c’è speranza di emancipare le tinte. Senza pennello le sostanze coloranti prenderanno vita per la prima volta. Al posto del pennello si potrebbe usare con profitto qualsivoglia strumento…”

Shozo Shimamoto
il filo conduttore

“La mostra segue altre esposizioni che sono state allestite nelle sale del Museo Civico di Asolo”, sottolinea Gerardo Pessetto, Assessore alla Cultura del Comune di Asolo, “dedicate ad esperienze artistiche del secolo scorso che, partendo dagli artisti più rappresentativi o da eventi di rilievo, hanno voluto raccontare diversi percorsi di ricerca del ‘900. Andy Warhol, Mario Schifano e Woodstock sono stati il filo conduttore delle mostre degli anni scorsi. In questa prospettiva, l’edizione del 2020 vede al centro due artisti che hanno contribuito in modo significativo alla nascita e allo sviluppo di due movimenti d’avanguardia che hanno cambiato le arti visive a livello mondiale.

Accanto alle opere dei due Maestri, saranno esposti i lavori di artisti che hanno condiviso la loro esperienza, sia in Italia che in Giappone. L’intento da parte dell’Amministrazione Comunale è quello di offrire un interessante percorso artistico agli asolani e ai visitatori che avremo il piacere di accogliere nella nostra Città. Ci piace che il Museo Civico, oltre ad essere luogo della memoria storica della Città di Asolo, con le sale dedicate al periodo romano di Asolo, a Caterina Cornaro, a Eleonora Duse e a Freya Stark, visitabili peraltro assieme alla mostra, sia luogo di fermento e di proposta culturale al di là della propria importante funzione.”

Shimamoto Shozo al lavoro
Vedova / Shimamoto: l’Informale da oriente ad occidente

“La mostra Vedova/Shimamoto” sottolinea Cristina Mondin, manager del Museo di Asolo ”viene a confermare per il quarto anno di fila l’importanza dell’arte contemporanea per Asolo e per il suo Museo. L’appuntamento, che generalmente apre l’anno culturale della Città dei 100 anni, è stato posticipato all’estate e di fatto rappresenta una rinascita dopo un lungo periodo in cui i cittadini di tutto il mondo hanno sofferto una forzata, ma necessaria, chiusura. Questa mostra è quindi particolarmente importante in quanto ri-apre le porte della cultura e simbolicamente le frontiere per un viaggio nella bellezza tra Occidente e Oriente.”

“In questa esposizione abbiamo voluto mettere a confronto due mondi e due culture differenti che si affacciarono sul panorama artistico internazionale con una forza gestuale unica nel suo genere” conclude Matteo Vanzan, direttore di MV Eventi, “dalla prima gocciolatura di Gorky fino alle più recenti evoluzioni del gruppo Gutai del ’54, passando per l’Espressionismo astratto americano e l’Informel europeo, gli artisti di questa generazione hanno saputo mostrarci una materia pittorica che volle emozionare, prima di convincere. Una gestualità portata ai limiti della pittura con raschiature, detriti, lacerazioni, performance e cromie fumanti su brani di tela dalle tonalità esasperate: con l’Informale la consapevolezza dell’artista si trasformò in un’angoscia esistenziale che proiettò l’uomo verso la consacrazione della libertà individuale.” (MV Eventi)

Per chi ama l’arte pop, una mostra da non perdere!