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Amèlie Nothomb

アメリー・ノートン

Amélie Nothomb è una scrittrice di origine belga, nata a Kobe nel 1967, dove ha vissuto fino all’età di 5 anni. Il senso di sradicamento che l’ha accompagnata lungo tutto l’arco della sua gioventù non è stato soltanto dovuto ai continui trasferimenti – il padre era infatti un importante diplomatico che viaggiava in tutto il mondo – ma in particolar modo al distacco da quella terra dove è nata e che sentirà sempre sua.

La nostalgia felice

Scrittrice eclettica e prolifica, la Nothomb descrive la creazione letteraria come il lavoro di uno scultore, che modella e lima le parole affinché l’opera sia il più chiara possibile, perché una parola ha il potere straordinario di “uccidere o salvare”.

Molti dei suoi romanzi ripercorrono il legame profondo con la terra natale, come ne La nostalgia felice che narra del suo ritorno in Giappone, dopo i terribili eventi del 2011. In un viaggio sentimentale, l’autrice ci porta nei luoghi a lei cari, dove si riconcilia con gli affetti della sua infanzia, come la balia o il suo primo amore, Rinri. La scelta del titolo, che ad un primo sguardo potrebbe sembrare un ossimoro, vuole in realtà mostrare come in Giappone, a differenza dei paesi occidentali, la nostalgia non sia un sentimento negativo. Al contrario, è legato al senso di felicità che si prova nel ricordare il dolce passato.

Amélie Nothomb
Amélie Nothomb

Stupori e tremori

In netta contrapposizione con La nostalgia felice, romanzo dalle tinte realistiche e autobiografiche, in Stupori e tremori, la Nothomb narra in uno stile tragicomico le rocambolesche peripezie affrontate quando all’età di 21 anni fa ritorno in Giappone, dove entra a lavorare come impiegata in un’importante multinazionale nipponica. Lavorare con impegno è imperativo all’interno di questa azienda e in generale nella società giapponese. La giovane Nothomb decide così di assumersi questa responsabilità, pur scontrandosi con Fubuki, suo capo diretto, una donna irreprensibile, il cui solo difetto era quello di non avere ancora, a ventinove anni, un marito. Nonostante l’arduo lavoro, dopo aver fatto migliaia di fotocopie, distribuito caffè e dopo aver passato notti insonni per controllare tutti i rimborsi spesa, la protagonista assiste inerme alla sua folgorante caduta sociale, ottenendo l’incarico estremo: guardiano dei cessi. Unico obiettivo diventa allora quello di non dare le dimissioni, che agli occhi dei colleghi sarebbe stata la chiara dimostrazione della pigrizia degli occidentali. La protagonista, che da piccola voleva diventare Dio, capirà ben presto di essere molto distante da una cultura in cui la dedizione al lavoro è totale e non c’è spazio per ogni eccesso di emozione e desiderio.

Amélie Nothomb
Tokyo Fiancèe, Amélie Nothomb

Ne’ di Eva ne’ di Adamo

Il sentimento di spaesamento è ben visibile anche in un altro capolavoro di Amélie Nothomb, Né di Eva né di Adamo, che ripercorre la storia d’amore con Rinri, conosciuto durante un soggiorno dell’autrice in Giappone. Accanto ad episodi esilaranti sulle differenze culturali fra un’occidentale e un giapponese, la Nothomb ci narra con poesia e humour il suo fidanzamento con Rinri, giovane benestante che nutre per la protagonista un amore sincero, incondizionato, quasi perfetto. La giovane Amélie, arrivata in Giappone per riscoprire le sue radici, si immerge in questa relazione alla ricerca di se stessa. Nonostante le incomprensioni linguistiche e la diffidenza della famiglia che non vede di buon occhio la fidanzata gaijin (straniera), quando Rinri le chiederà la mano, Amélie capirà che è arrivato il momento di prendere una decisione e dopo essersi persa nel monte Fuji, alla fine ritrova se stessa: è il momento di tornare a casa e lasciare quel dolce e comodo paradiso, perché per amare qualcuno dobbiamo trovare un angolo nascosto e buio, una stortura che renda affascinanti.

Con uno sguardo mai critico e autoironico e una prosa in cui niente è lasciato al caso, Amélie Nothomb ci regala non solo uno spaccato della realtà giapponese, ma ci fa capire che spesso cercando di capire l’altro, si trova la strada per capire noi stessi.

La società giapponese vista non attraverso la letteratura giapponese, ma con gli occhi di una straniera, Amèlie Nothomb (in giapponese アメリー・ノートン), con una pagina importante di letteratura sul Giappone.

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% Commenti (3)

Great content! Super high-quality! Keep it up! 🙂

Ottimo articolo, grazie

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