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Oh Lucy! di Atsuko Hirayanagi

Oh Lucy di Atsuko Hiranayagi

Un film del 2017, un’opera prima dai contenuti attualissimi, di una talentuosa regista giapponese che si chiama Atsuko Hirayanagi: OH LUCY!

Atsuko Hiranayagi

Atsuko Hirayanagi è nata nel 1975 a Nagano. E’ cresciuta a Chiba  ma ha fatto i suoi studi cinematografici negli Stati Uniti. Si è laureata in California, poi a New York ha frequentato la Tisch School of Arts, una delle scuole più importanti per apprendere i mestieri dello spettacolo. 

Questa bella esperienza di vita tra Giappone e Stati Uniti è importante, perché crea il background che la Hirayanagi utilizzerà prima per girare un cortometraggio di una ventina di minuti ( premiato in moltissimi festival e presente a Cannes e al Sundance Film Festival) e poi per ricavarne da questo il soggetto per il lungometraggio d’esordio.

Oh Lucy! di Atsuko Hirayanagi

Per chi conosce il Giappone la visione di questo film  non può che confermare quelle che sono le debolezze della società giapponese. Per chi invece non ne sa nulla vedere questo film è una buona occasione per scoprire qualcosa in più di un paese  che non si presta a facili letture, poiché è un paese molto complesso e che purtroppo spesso è inquadrato in facili stereotipi.

La protagonista, Setsuko, è un’impiegata di un’azienda giapponese sulla cinquantina che vive da sola e che ha un’esistenza decisamente grigia. Fuma tantissimo e come molti impiegati in Giappone sottostà a obblighi e consuetudini imposti da una società che ha fatto del lavoro la principale ragione di vita. Qualcuno resiste alla gerarchia nei luoghi di lavoro, alle ore di straordinario, ai doveri verso i colleghi. Altri, come si vede nella scena iniziale, non resistendo si suicidano gettandosi sotto un treno. Non è un caso che il film cominci così: questo incipit da il là alla storia e ci introduce nell’universo degli impiegati in Giappone.

Setsuko

La nostra protagonista, che ormai ha perso le speranze di una vita migliore (lo si vede anche dal suo appartamento, trascurato e in disordine) ha la fortuna di trovarsi a frequentare un corso di inglese vendutole dalla nipote.

Qui trova improvvisamente quello che cercava da tempo: l’assenza di formalismi, il contatto fisico, la possibilità di darsi un’altra identità. L’insegnante di inglese che  tiene il corso (John, interpretato da Josh Harnett) è, infatti, il tipico ragazzone americano per il quale Setsuko, già al primo abbraccio, perde la testa. Ingenuamente, stupidamente, si lascia trasportare dal cambio di identità  che l’insegnante le ha attribuito durante il corso chiamandola Lucy e aprendole la porta ideale di una nuova vita.

Non è la sola a perdere la testa per lui: anche sua nipote ci casca tanto che scappa con John a Los Angeles.

Setsuko/Lucy, non accettando di perdere l’uomo di cui si è innamorata, decide di andare in California, con la scusa di cercare la nipote.

Poster di Oh Lucy di Atsuko Hiranayagi
Locandina di Oh Lucy di Atsuko Hiranayagi
Giappone vs stati uniti

Come già accennato è un film sul confronto tra due culture, quella americana e quella giapponese.

Il giovane insegnante di inglese ha un approccio completamente fisico verso i suoi studenti, li abbraccia, gli fa battere il cinque con le mani, cosa che per un giapponese è impensabile: il contatto fisico in Giappone è normalmente evitato. Inoltre John è l’americano dai modi espliciti, diretto, che vive alla giornata. Uno stile di vita completamente opposto a quello del giapponese comune.

Setsuko rappresenta il Giappone e tutta la sua voglia di aprirsi, di liberarsi dalle convenzioni sociali, di rischiare, di vivere una vita libera da schemi soffocanti e obsoleti.

Come in ogni confronto nascono attriti e incomprensioni, rinunce e soluzioni, ma il film va visto soprattutto perché non scivola mai su banali luoghi comuni.

La regista ha dichiarato di aver scelto l’ultima persona che poteva essere l’eroina di un film. E’ una scelta azzeccata resa ancor meglio dall’attrice che la interpreta, con il suo sguardo spesso arrabbiato, stanco, incattivito: lo sguardo di chi è alla ricerca di contatto umano, di empatia, di libertà. C’è un che di felliniano in questo film, si potrebbe pensare a Le Notti di Cabiria, alla voglia di evasione della protagonista, alla sua ingenuità. 

Oh Lucy! di Atsuko Hirayanagi è un’opera prima sincera, di una regista in gamba, un film senza cali o sbavature che ci racconta uno spicchio del Giappone di oggi.

Sito ufficiale di Oh Lucy! di Atsuko Hirayanagi

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