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Il Nandaimon e i Kongo Rikishi Agyo e Ungyo

Il Nandaimon e i Kongo Rikishi

Quante volte abbiamo sentito parlare del Todaiji, il grande tempio di Nara! Ma sapete che cosa sono il Nandaimon e i Kongo Rikishi contenuti in esso?

Il contesto storico

Negli anni immediatamente successivi alla guerra Genpei (源平合戦), che portò alla sconfitta della famiglia Taira e alla vittoria dei Minamoto e alla conseguente fondazione del bakufu Kamakura da parte di Minamoto no Yoritomo (infatti i caratteri 源 (gen) e 平 (pei) indicano rispettivamente il clan dei Minamoto e quello dei Taira), una delle priorità assolute del paese era quella del rinnovamento. Sicuramente uno dei progetti a cui più si è dato importanza in quel periodo è la ricostruzione dei templi buddhisti danneggiati o, addirittura, andati distrutti durante la guerra appena conclusa. Tempio che aveva la massima precedenza era il Todaiji di Nara: infatti, il daibutsuden (la grande sala del Buddha) fu raso al suolo nel 1180 da un incendio appiccato dalle truppe dei Taira per “punire” il tempio per il supporto che quest’ultimo aveva dato alla famiglia Minamoto durante la guerra. In quanto il Todaiji era un edificio religioso associato direttamente alla famiglia imperiale, la sua distruzione causò grande sgomento, tanto che il governo insei (governo del chiostro) ne cominciò la costruzione ancora prima che il conflitto giungesse al termine.

Il tempio Todai-ji
Il famoso luogo di culto

Il Nandaimon

Una delle strutture costruite in quel periodo fu il Nandaimon (Grande cancello meridionale). Edificato nel 1199, pochi anni dopo, al suo interno furono installate le sculture dei Kongo Rikishi o Nio, i guardiani del cancello.
Il Nandaimon, in particolare, riunisce in sé il realismo caratteristico della scuola di scultori Kei ed è un esempio della campagna di costruzione di Chogen, sacerdote del Buddhismo Shingon, che poi diventerà sostenitore del Buddismo della Terra Pura, incaricato del progetto di ricostruzione. Il cancello originale fu distrutto da un tifone a metà del decimo secolo e mai più ricostruito fino a quel momento.

Agyo Nio nel tempio Todaiji di Nara
Statua di Agyo nel Nandaimon del Todaiji, Nara.
“Nara – Tōdai-ji: Nandaimon – Agyo” by wallyg is licensed under CC BY-NC-ND 2.0

I Kongo Rikishi

Prendendo in considerazione i due Nio installati presso di esso, essi sono sculture dinamiche, scolpite da due esponenti della scuola Kei: Unkei e Kaikei. Queste due opere riuniscono perfettamente tutte le caratteristiche della scultura del periodo Kamakura (1185-1333): il moto, il realismo e la tecnica yosegi zukuri. Infatti, possiamo notare come entrambe le sculture siano caratterizzate da un’anatomia esagerata e una muscolatura energica, sembrano quasi in movimento, reso grazie alla posa ad S, chiamata tribhanga. I due guardiani hanno il busto nudo, muscoloso, e una stoffa legata intorno alla vita, altro particolare che contribuisce a dare un’idea di movimento. Sono ambedue in legno dipinto, realizzate con la tecnica già citata dello yosegi zukuri che, al contrario della ichiboku zukuri, prevede l’utilizzo di una struttura composta da diversi blocchi di legno assemblati tra loro.

Agyo, scolpito da Unkei, con la bocca aperta e una mano alzata, sembra quasi rappresentare la forza, l’ira attiva, mentre Ungyo, creato da Kaikei, sembrerebbe più rappresentante di una forza trattenuta, la bocca chiusa come se stesse contenendo la rabbia. Agyo rappresenta l’inizio, Ungyo la fine.
Entrambi, inoltre, mostrano uno sguardo fiero al quale contribuiscono gli occhi di cristallo inseriti nel capo, altra caratteristica della scultura del periodo Kamakura.

Ungyo Nio nel tempio Todaiji di Nara
Statua di Ungyo nel Nandaimon del Todaiji, Nara
“Nara – Tōdai-ji: Nandaimon – Ungyo” by wallyg is licensed under CC BY-NC-ND 2.0
fonti per il nandaimon e i kongo rikishi

P. Mason, D. Dinwiddie (Revised by), History of Japanese Art, Pearson Education Inc, Upper Saddle River, New Jersey, USA, 1993
Corso di storia dell’arte giapponese anno accademico 2019-2020, docente Silvia Vesco
L’architettura del tempio Muroji di Nara di Nicole Sanzeni

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