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La nascita dei samurai e l’ascesa del governo militare

Storia dei samurai in Giappone

Con il periodo feudale, il Giappone vede la nascita dei samurai e l’ascesa del governo militare in Giappone. Per capire il percorso che ha portato al medioevo giapponese bisogna però fare qualche passo indietro.

Nel 794 la capitale del Giappone, Nara, viene trasferita a Heian-kyo (la moderna Kyoto). Da quel momento ha inizio un nuovo periodo della storia giapponese che vedrà fiorire un’epoca di pace e prosperità sia culturale e artistica che sociale. A condurre la vita politica erano la Corte e la sua aristocrazia, che avevano sede nell’attuale Kyoto. Proprio in questo periodo si sviluppa il genere dei monogatari 物語[1], grazie alle dame di compagnia che risiedevano a corte e ne narravano le vicende. Si può affermare che sono loro le vere protagoniste di queste particolare periodo di tranquillità che attraversa il Giappone.

Armatura di guerriero giapponese samurai
Armatura di un samurai giapponese

Tuttavia, questa pace venne interrotta quando, fra l’undicesimo e il dodicesimo secolo, in Giappone si andò formando un gruppo di guerrieri armati che crebbe sempre di più, fino a sovvertire il potere della corte. Così, dalla metà del dodicesimo secolo, il potere della corte diminuì gradualmente e, al posto dell’aristocrazia, i samurai divennero i detentori del potere politico. Ha pertanto inizio il periodo Kamakura[2],  un’epoca della storia del Giappone segnata dal governo dello shogunato (anche detto bakufu) situato proprio a Kamakura, da cui l’era prende il nome. Lo shogunato è un governo militare che venne istituito dall’ascesa dei samurai. Essi andarono assumendo il controllo sulle terre agricole grazie al fatto che la loro potenza militare li rendeva più forti delle famiglie aristocratiche.

Dal Periodo Heian al Periodo Kamakura

La nascita dei samurai

L’élite guerriera si consolidò anche a causa di numerose incursioni di bande armate nelle zone rurali del Giappone, situazione che spinse i contadini a cercare protezione oppure ad improvvisarsi essi stessi guerrieri. Inizialmente, nonostante l’aristocrazia nutrisse poca stima di questi guerrieri, ne aveva bisogno per proteggere le proprie terre, così la Corte iniziò ad assumere delle milizie proprie, come fecero anche le istituzioni religiose. A legittimare il potere militare dei samurai è dunque la Corte stessa, che venne definitivamente sconfitta dal potere dei gruppi militari a seguito della guerra Genpei. La guerra Genpei[3] fu un conflitto che sconvolse l’arcipelago giapponese e vide scontrarsi i clan Taira[4] e Minamoto nel tardo-periodo Heian. Si concluse con la disfatta del clan Taira e la fondazione dello shogunato Kamakura con Minamoto no Yoritomo[5] nel 1192.

Combattimento di samurai
Un combattimento di samurai
Il feudalesimo in Giappone

L’anno della svolta è tuttavia il 1185, quando la Corte affermò in modo sistematico e uniforme la pratica degli shugo, ovvero dei governatori militari a cui era stato dato il compito di sorvegliare e proteggere le zone e i territori rurali. Svolgevano anche attività riguardanti l’amministrazione provinciale (come riscuotere le tasse). Questo è dunque un anno decisivo, di cambiamento, e viene ricordato come la data di transizione al feudalesimo in Giappone. Tuttavia, l’effettiva legittimazione del potere avvenne nel 1192, quando Yoritomo ottenne la più alta carica militare, quella di shogun[6].

Il titolo dishogun[7] divenne così un titolo ereditario conferito ai dittatori militari che governarono il Giappone tra il 1192 ed il 1868. Il titolo, equivalente al grado di generale, è un’abbreviazione di sei-i taishogun.[8] Prima del periodo Kamakura il titolo era utilizzato per riferirsi ai generali che combatterono contro gli emishi[9], ed è solo dal 1192 in poi che passò a indicare i capi dell’élite militare che governò il paese per i secoli successivi. Ogni Shogun veniva nominato tale dall’imperatore, ma la nomina era un atto puramente formale.

Samurai a cavallo, statua
Statua di un guerriero samurai a cavallo
L’identità di gruppo dei samurai

I samurai si identificavano come gruppo per diversi requisiti, creando quasi una loro sotto-cultura, caratterizzata da uno status ereditario e una rete di rapporti gerarchici. Qualità peculiare era l’onore nei confronti del capo del gruppo militare di riferimento, chiamato Daimyo, verso i quali ogni samurai aveva un vincolo di obbedienza. Questa era una caratteristica fondamentale che li distingueva dall’aristocrazia della Corte. E’ proprio questo codice etico, chiamato bushido, la via del guerriero, che differenziava i samurai anche dagli altri soldati, oltre all’uso di alcune armi tradizionali (come la katana).

Tuttavia, a volte l’obbedienza di un guerriero tendeva a rivolgersi verso chi deteneva più potere. Quando il proprio gruppo militare e di conseguenza il Daimyo perdeva uno scontro, infatti, il samurai aveva tre scelte: diventare un guerriero samurai senza padrone (ronin), allearsi con il vincitore o praticare il Seppuku. Il Seppuku (o harakiri) era un rituale per il suicidio obbligatorio o volontario, privilegio esclusivo della casta dei guerrieri e indicava il modo in cui il samurai evitava la pena capitale, manifestava cordoglio per la morte del proprio signore oppure protestava per un’ingiustizia subita.

Le due attività principali dei samurai erano la pratica con la spada e la meditazione. I samurai avevano uno stretto rapporto con il Buddhismo e tramite la meditazione si avvicinavano al Nirvana ottenendo coraggio per la battaglia, e la eseguivano nella maggior parte dei casi prima di combattere.     

Le armi dei Samurai

L’arma che contraddistingue e caratterizza i samurai è la katana, un’arma dalla lama curva estremamente solida ma flessibile a filo singolo. Di grande importanza per i guerriero erano l’arco, yumi (弓), che consentiva di scagliare frecce in bambù (ya 矢) fino a oltre 100 metri di distanza, e il coltello, in giapponese tanto (短刀 ). Fino all’introduzione della polvere da sparo l’arco era il metodo di combattimento prediletto dai samurai, ma grazie all’arrivo dei portoghesi le tecniche dei guerrieri vennero affinate e rese più efficaci. I samurai iniziarono così ad usare un simil-archibugio chiamato tanegashima-teppo (種子島).

La katana, spada dei samurai in Giappone
Una katana, la mitica spada dei samurai
I samurai e il grande schermo

Questi guerrieri sono diventati l’emblema e uno dei simboli del Giappone grazie anche a varie rappresentazioni cinematografiche. Fra le produzioni giapponesi degne di nota troviamo: I sette samurai, di Akira Kurosawa (1954), La sfida dei samurai, sempre di Kurosawa (1961), Harakiri, di Masaki Kobashashi (1962), 13 assassini, di Takashi Miike (2010) e Zatoichi di Takeshi Kitano (2003). Guardando all’estero, grande successo internazionale hanno avuto L’ultimo samurai di Edward Zwick (USA, 2003) e 47 ronin di Carl Rinsh (USA, 2014).

Note

[1] Lett. “racconto”. E’ un genere letterario della tradizione giapponese. Si tratta di una lunga narrazione in prosa paragonabile all’epica, strettamente legata ad aspetti della tradizione orale. Riguarda quasi sempre storie immaginarie o eventi storici descritti in maniera fantastica e non realistica. Fra i più famosi troviamo il Genji monogatari.
[2] (鎌倉時代 Kamakura-jidai, 1185-1333)
[3] (源平合戦 Genpei-gassen, 1180–1185)
[4] Famiglia imperiale del Giappone
[5] Uno dei capi del clan Minamoto
[6] Caroli, R., & Gatti, F. (2017). Storia del Giappone. Gius. Laterza & Figli Spa, p.61.
[7] 将軍 lett. “comandante dell’esercito”
[8] (征夷大将軍? lett. “grande generale dell’esercito che sottomette i barbari”
[9] Considerati gli antenati della popolazione Ainu dell’isola di Hokkaido.

FOnti

CAROLI, Rosa; GATTI, Francesco. Storia del Giappone. Gius. Laterza & Figli Spa, 2017
Focus Junior: Chi erano i Samurai, di Niccolò De Rosa
Storia del Giappone. Dalle origini ai giorni nostri, Edwin O.Reischauer

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