Uno dei tratti caratteristici della cultura giapponese, nonché uno dei più noti, è sicuramente lo shinto (神道), la religione autoctona giapponese. Un ruolo centrale all’interno del panorama religioso shintoista è giocato dai luoghi di culto dedicati alle divinità, chiamate kami (神), definiti santuari (jinja 神社). Andiamo ora a vedere le peculiarità di questo tipo di architettura, analizzando un esempio di essa: il santuario di Ise, o Ise Jingu (伊勢神宮).
Il santuario di Ise
Il santuario di Ise è costituito in realtà da un complesso di santuari che si trova nella prefettura di Mie (三重県), nella regione del Kinki (近畿), anche definita Kansai (関 ⻄). Il complesso è però incentrato sui due santuari principali, quello interno (naiku 内 宮) e quello esterno (geku 外宮).
Per accedere al santuario interno, è necessario passare su di un ponte coperto, il quale è aperto e chiuso da due torii (⿃居), i tipici portali d’accesso ai santuari shinto costituiti da due colonne che sorreggono due architravi dalla leggera curvatura verso l’alto. Benché il colore più comune per i torii sia il rosso, a causa dell’influsso dell’architettura continentale su quella autoctona, ne esistono ancora alcuni non dipinti.
Procedendo lungo il sentiero che costeggia il fiume Isuzu (五⼗鈴川), sormontato dal suddetto ponte, si arriva ad una vasca di acqua corrente. È infatti necessario, prima di accedere al vero e proprio santuario, sciacquarsi mani e bocca per eliminare le impurità provenienti dal mondo esterno; si mantiene così intatta l’armonia e la purezza del santuario stesso, che è la residenza della divinità.
Si attraversa quindi un altro torii, quello principale, che dà accesso al santuario interno, e si procede lungo lo stesso sentiero di prima. Ci si trova alla destra un altro sito dove è possibile lavarsi mani e bocca con l’acqua del fiume, come era prassi nei tempi antichi; esso costituisce un’alternativa all’uso dell’acqua della vasca posta all’esterno. Si giunge quindi ad un punto del sentiero, costituito da una rampa di scale di pietra, che risale una collina attraversando un boschetto di cedri.
La struttura del santuario di ise
Giunti a questo punto ci si trova davanti agli edifici del santuario. La prima cosa che si nota è il fatto che il recinto del santuario è costituito di puro legno, non dipinto e tagliato in assi posizionate così vicine tra di loro che non si riesce neppure a sbirciare all’interno. Quello che non si vede da fuori, inoltre, è che il recinto è in realtà suddiviso in tre recinzioni concentriche, che portano sempre più all’interno del complesso, per quanto l’accesso a certe aree sia espressamente negato a chiunque non sia un sacerdote o un membro della casa imperiale. Per passare all’interno è necessario attraversare i cancelli di legno posti sui lati corti delle recinzioni.
La sala principale del santuario, definita honden (本殿), si trova oltre l’ultima recinzione. È accompagnata da due tesorerie, le sale orientale e occidentale, che si trovano dietro di essa. All’interno dello honden, al quale neppure il sacerdote può accedere, è posto il sacro specchio, che fa anche parte dei tre tesori imperiali, che secondo la tradizione, servì per far uscire la dea Amaterasu (天照⼤神) dalla grotta dove si era nascosta e riportare la luce nel mondo. Sempre secondo la leggenda esso venne donato poi dalla dea stessa al nipote Ninigi no Mikoto (瓊瓊杵尊), il quale aveva ricevuto il compito di governare la Terra in nome della divinità solare. Nelle due tesorerie adiacenti sono invece poste tutte le altre offerte fatte nel corso dei secoli alla dea.
La struttura dello Honden
Lo honden è una struttura in legno non dipinto di forma rettangolare, la cui larghezza misura i due terzi della lunghezza. La sua forma ricalca quella dei depositi usati per conservare il grano in periodo Yayoi e il suo stile viene definito shinmei zukuri (神明造). Questo stile architettonico è strettamente legato alla famiglia imperiale e al culto della loro divinità ancestrale Amaterasu Omikami. Di conseguenza, non può assolutamente essere usato per la costruzione di altri santuari, rendendo l’Ise Jingu l’unico esempio di questo tipo di architettura.
L’edificio è rialzato rispetto al terreno e presenta intorno a sé un portico coperto da un tetto timpanato che percorre l’interezza del suo perimetro. Il tetto è anche sostenuto da delle colonne poste sui lati corti dell’edificio, mentre sulla cima del tetto sono posti i cosiddetti katsuogi (鰹⽊). I katsuogi sono delle travi in legno tipiche dello shinmei zukuri che hanno lo scopo di appesantire il materiale del tetto, oggi costituito da corteccia di cipresso, ma un tempo da paglia secca. Si noti infine la presenza dei cosiddetti chigi (千⽊), delle assi di legno parzialmente ricoperte d’oro che sporgono verso l’alto alle estremità del tetto e che rappresentano un’estensione delle travi più esterne del timpano.
un’ultima curiosità
Per concludere, una particolarità del sito dell’Ise Jingu è sicuramente la presenza di uno spiazzo, proprio accanto allo honden, completamente vuoto e pavimentato di ciottoli. Esso serve per un rituale, svolto ogni vent’anni, di ricostruzione daccapo della struttura principale del santuario. Essa viene smantellata e ricostruita identica nel piazzale adiacente, lasciando quello precedente vuoto. Si tratta di un rituale antichissimo, che è stato portato avanti, seppur con qualche interruzione dovuta a sconvolgimenti interni del paese, dal regno dell’Imperatrice Jito (持統天皇), che rimase al potere dal 686 al 697 d.C. L’ultima ricostruzione risale al 2013 e la prossima è prevista per il 2033.
fonti
P. Mason, D. Dinwiddie (Revised by), History of Japanese Art, Pearson Education Inc, Upper Saddle River, New Jersey, USA, 1993
Il santuario di Ise dal sito di Associazione Ochacaffè
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