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Racconti dell’orrore giapponesi di epoca EDO

Hyakumonogatari-Silvio-02

L’attrazione verso i racconti dell’orrore, il soprannaturale e, in generale, tutto ciò che è misterioso e inspiegabile, è una caratteristica comune di tutte le culture del mondo. Il Giappone non solo non rappresenta un’eccezione a tal proposito, ma vanta un repertorio estremamente ampio e variegato di kaidan, termine traducibile come “racconti inusuali” o “racconti di fatti strani”. La parola kaidan è infatti formata dall’ideogramma 怪(kai), che ha il significato di “misterioso”, “inconsueto”, e 談(dan), ovvero “racconto”, “discorso”.

Questi racconti diventeranno estremamente popolari nel Giappone di epoca Edo (1603-1868), portando alla nascita degli hyakumonogatari kaidankai , ovvero delle “Riunioni per raccontare cento kaidan“.

Mostri nei Racconti dell'orrore giapponesi
Mostruosi esseri giapponesi

HYAKUMONOGATARI KAIDANKAI, racconti dell’orrore giapponesi

Durante questi incontri, che spesso si tenevano durante le torride serate estive, si accendeva un andon (una lanterna giapponese rivestita di carta) al cui interno venivano poste cento candele. Ogni partecipante doveva a quel punto raccontare la propria storia.

Al termine di ogni racconto il narratore spegneva la propria candela, contribuendo a creare un’atmosfera progressivamente sempre più tetra e inquietante. Allo spegnersi dell’ultima candela, si credeva che si sarebbe assistito a qualcosa di orribile o misterioso.

Sebbene l’origine esatta dello hyakumonogatari kaidankai sia sconosciuta, sembra che inizialmente fosse una sorta di prova di coraggio in voga tra i samurai per misurare il proprio valore, e che da lì tale pratica fosse poi diventata popolare anche tra la gente comune. Protagonisti indiscussi dei racconti narrati durante gli hyakumonogatari kaidankai sono gli yokai, creature misteriose del folklore giapponese come il tanuki, un cane procione mutaforma, e gli yūrei, più simili ai nostri fantasmi.

Nonostante la popolarità degli hyakumonogatari kaidankai sia declinata a partire dalla metà del diciottesimo secolo, non si può dire la stessa cosa per i kaidan, che hanno trovato rifugio in raccolte come lo Shokoku Hyakumonogatari (Cento racconti di diversi paesi). Questo tipo di raccolte sono infatti sopravvissute sino ad oggi, andando a costituire la base dei moderni racconti dell’orrore giapponesi.

Una spaventosa raffigurazione da un racconto
FONTI

Fanasca, Marta, Giappone soprannaturale, Padova, Libreriauniversitaria.it edizioni, Aprile 2014
Reider, Noriko.T., “The Appeal of Kaidan, Tales of the Strange, Asian Folklore Studies, Vol.59, Nagoya, Nanzan University, 2000.
Istituto Giapponese di Cultura di Roma, con la mostra La parata degli yokai

Vi piacciono i film del terrore giapponesi? In questo video ne parliamo:

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