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Okuri-inu cane accompagnatore

Gli okuri-inu, cane accompagnatore, (送り犬) sono yokai (妖怪), creature del folklore nipponico protagonisti di innumerevoli leggende. Il nome cambia se riferito ad una creatura specifica ma del tutto simile, come yama-inu (山犬, cane di montagna) oppure senbiki-okami (千疋狼, mille lupi), ma tutti questi esseri hanno la stessa origine.

Okuri-inu cane accompagnatore

Originario della prefettura di Hyogo, la sua figura è riconducibile a quella di un cane dalla immensa ferocia, che appare di notte lungo i sentieri di montagna per accompagnare i viandanti lungo il loro cammino. Quando questi si spaventano e inciampano, vengono aggrediti. Nell’eventualità di una caduta esisteva un modo per tenere lontano la creatura, formulando espressioni tipo: muzukashidesu (難しいです, È difficile) ma venivano utilizzate varianti come shindoidesu e dokkoisho, così come ichiji teishi、 mazu daiichi ni (一時停止、まず第一に, Una pausa, prima di tutto). Ma si poteva utilizzare anche la forma mazu ippuku proprio per indurre la creatura a non attaccare in quanto si stava riposando e non si era inciampati. Anche per questo gli okuri-inu venivano visti sia come una maledizione che come una benedizione, in quanto se non ci si spaventa della sua presenza e non si cadeva, la creatura poteva rappresentare una protezione contro altre entità malintenzionate.

Cane demone giapponese Okuri-inu cane accompagnatore
Okuri-iachi

Invece, nella Izu-no-kuni (nell’attuale prefettura di Shizuoka) si parlava di okuri-iachi che letteralmente significa donnola accompagnatrice, simile per comportamento all’okuri-inu. Esisteva l’usanza, qualora si arrivasse illesi nelle proprie abitazioni, di gettare un sandalo di paglia fuori dalla porta per darlo in pasto alla creatura, come ringraziamento per non essere stati aggrediti.

Senbiki-okami

Mentre l’aspetto dei senbiki-okami è rappresentato da un branco di lupi che inseguono i viandanti lungo i sentieri di montagna. Se questi si rifugiano sopra un albero, i lupi salendo una sopra l’altro formano una scala che viene usata dal capobranco (che può avere gli stessi poteri di un bakeneko) per raggiungere il malcapitato.

Una leggenda narra che nella Shinano-no-kuni (attuale prefettura di Nagano) una donna incinta si trovò a camminare da sola lungo un passo di montagna per raggiungere il marito. Improvvisamente notò che dietro di lei c’era una figura simile ad un cane, che la seguiva. Senza alcun timore, la donna proseguì il suo cammino fino ad arrivare vicino ad un albero per riposare, ma proprio mentre le creature stavano per aggredirla, ella si alzò di scatto e dimostrò di non essere per nulla intimorita. Fu così che la creatura indietreggiò, ma rimase in compagnia della donna finché non giunse a casa dal marito, dove riuscì a partorire senza problemi.

Esistono varianti in cui cambia il protagonista, così come anche l’esito finale, racconti in cui per la sua paura la vittima viene divorata dalla creatura.

La leggenda

Mentre una leggenda riguardante i senbiki-okami narra che nella Tosa-no-kuni (l’attuale prefettura di Kochi) una donna in stato di gravidanza attraversò di notte una strada di montagna per raggiungere il marito al villaggio Nahari. Durante il tragitto fu colta da doglie e al tempo stesso fu inseguita da un branco di lupi. Proprio in quel momento sopraggiunse un samurai che aiutò la donna a salire sopra un albero, arrampicandosi a sua volta per proteggerla. I lupi cominciarono a salire uno sopra l’altro, ma non riuscivano ugualmente a raggiungere i malcapitati.  Il capobranco utilizzò la pila di lupi per poi esclamare: Watashi wa kajiya no tsuma o shokan shimasu (私は鍛冶屋の妻を召喚します, Richiamo la moglie di un fabbro). A quel punto i lupi si radunarono davanti all’albero e incominciarono ad ululare, mentre il capobranco scomparve e al suo posto nella nebbia si materializzò la figura di un lupo bianco dalle dimensioni enormi, che sulla testa portava come elmo un bollitore. Senza pensarci il samurai estrasse il suo wakizashi e colpì duramente la creatura, che ferita scappò via e con lui anche tutti gli altri lupi.

Senbiki okami

Passato il pericolo, la mattina seguente la coppia scese dall’albero e poco dopo il samurai riuscì ad assicurarsi che un viandante accompagnasse la donna fino al villaggio di Nahari, mentre lui seguì le tracce di sangue che aveva lasciato dietro di sé la creatura. Arrivò fino al villaggio di Sakihama, dove trovò l’ultima scia di sangue davanti alla casa di un fabbro. Bussando alla porta il samurai chiese all’uomo dove si trovasse sua moglie, e se la sera prima fosse uscita di casa. Il fabbro replicò che era impossibile in quanto ormai da settimane la donna giaceva immobile a letto dopo un incidente. Quando i due uomini si recarono nella stanza della donna, trovarono una piccola scia di sangue. Capito che non si trovava di fronte alla moglie del fabbro, il samurai estrasse la sua katana e uccise la creatura. Immediatamente dopo (proprio come il Bakeneko) quel corpo si trasformò, ritornando alla sua forma originale di grande lupo bianco, mentre sotto il tatami fu ritrovato il vero corpo della moglie del fabbro insieme ad altri scheletri, precedenti vittime della creatura.

Lo okuri-inu, cane accompagnatore, fu rappresentato nell’opera Kyōka Hyaku Monogatari pubblicata nel 1853, mentre la creatura denominata senbiki-ōkami ha una statua in bronzo presso Mizuki Shigeru Rōdo a Sakaiminato nella prefettura di Tottori. Molti yokai sono rappresentati anche negli anime, tanto per citare un esempio menzioneremo yokai Watch.

Attualmente nel linguaggio moderno le forme okuri e okami vengono utilizzate anche per indicare quegli uomini che corteggiano giovani donne con modi in apparenza gentili ma con scopi predatori.

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