Enoshima (江の島) è una piccola isola di 0,38 km² la cui costa si estende per circa 4 chilometri. E’ situata nella baia di Sagami-wan, che amministrativamente appartiene a Fujisawa-shi con cui è collegata tramite un ponte. La sua posizione geografia e la particolare forma hanno dato origine alla leggenda giapponese di Enoshima
Insieme alla baia di Tōkyō e Yokohama, Enoshima è una delle zone costiere più famose del Giappone, un polo turistico tra i più importanti dell’Asia. Il luogo fu molto caro al grande pittore e incisore Utagawa Hiroshige e al poeta Matsuo Bashō. Inoltre è anche il luogo di una famosa leggenda che ha per protagonista un drago (in giapponese ryū) dal titolo Enoshima Engi.
La storia di Enoshima Engi (江嶋縁起)
La leggenda, scritta in lingua cinese da un monaco buddhista giapponese nel 1047 d.C., racconta la storia dell’isola di Enoshima e dell’area circostante. Gli scritti affermano che il villaggio e l’area di Koshigoe furono tormentati dal gigantesco Gozuryū (un drago a cinque teste). Il dragone con la sua furia sferzava il luogo con violente tempeste e terremoti. Quando un giorno la sua follia si placcò, le nuvole si schiarirono e scese dal cielo Benzaiten (una delle sette divinità della felicità). La visione della scesa dal cielo attrasse il drago che si innamorò perdutamente della divinità femminile, e immediatamente chiese la sua mano.
Benzaiten in un primo momento rifiutò perché Gozuryū era stato malvagio, ma avrebbe preso in considerazione la sua proposta solo se egli avesse promesso di aiutare gli abitanti del luogo. Da quel momento Gozuryū si dedicò a proteggere l’area che un tempo aveva terrorizzato. Benzaiten alla fine riconobbe le buone intenzioni di Gozuryū e l’area prosperò come non aveva mai fatto prima sotto la loro duplice protezione.
Altre versioni della leggenda giapponese di Enoshima
Una trascrizione della storia invece non fa riferimento alla congiunzione tra il drago e la divinità ma asserisce che quando il tempo del drago terminò, egli si adagiò davanti ad un promontorio, l’odierna Kamakura. Questa versione sostiene che Gozuryū tutt’oggi continua a proteggere l’area (se si osserva l’aria tra Kamakura ed Enoshima si può distinguere una forma simile al quella di undrago tra le colline). Mentre secondo un’altra trascrizione il drago si adagiò davanti al promontorio per il dolore ricevuto a causa del rifiuto della divinità.
Per quanto riguarda la leggenda del tempio di Enoshima, la storia narra che Hōjō Tokimasa (il primo reggente del Kamakura Bakufu) una volta visitò il santuario per pregare per la prosperità della famiglia e ricevette la visita di una donna misteriosa (probabilmente Benzaiten). Si dice che questo essere misterioso abbia lasciato dietro di sé tre scale draconiche che Hōjō Tokimasaadottò come stemma della sua famiglia.
Sono tante le leggende che hanno per protagonisti le divinità giapponesi. Tra le più belle quelle che ne raccontano la genesi. Alcune sono raccolte nell’antico libro del Kojiki.
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