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Ningen johatsu: persone che spariscono nel nulla

Ningen-Jouhatsu

Trattiamo dei casi di ningen johatsu: persone che spariscono nel nulla. Letteralmente “evaporazione dell’uomo”, il ningen johatsu 人間蒸発 è un fenomeno di cui non esistono molte fonti, ma che da decenni colpisce la società giapponese e che ne mette a fuoco le problematiche.

COSA SI INTENDE PER NINGEN JOHATSU: PERSONE CHE SPARISCONO NEL NULLA

Si tratta di individui, o a volte intere famiglie, che decidono di svanire nel nulla senza lasciare traccia. Spesso si comportano come se nulla fosse, uscendo di casa con una scusa banale o fingendo di andare a lavoro, per poi non tornare mai più. Fuggono così dalla loro realtà per ripararsi ai margini della società rinunciando al loro status e ai loro averi. Sono individui che hanno perso la forza di combattere o che non si sentono più parte della società giapponese.

Essi rinunciano al proprio nome, ai propri documenti e spesso conducono il resto della loro vita come senzatetto. Rinunciano alla loro identità evitando di registrarsi nuovamente in nuovi comuni, perdendo di conseguenza ogni diritto come cittadino e vivendo “in nero”. Talvolta i famigliari e i cari cessano di cercarli poiché vengono pensati morti.

Molte delle persone svanite vivono come senzatetto
Un ningen johatsu al parco di Ueno, Tokyo

Colpisce molto il fatto che a volte, specialmente se vivono soli, gli “evaporati” riescono a portare a termine veri traslochi, solitamente notturni. Questi, infatti, con l’aiuto di un vero e proprio mercato illegale, riescono a rifarsi un’identità altrove tramite documenti falsi. Ciò dimostra che lo stato giapponese effettivamente riconosce il diritto di scomparire, e che vi sono organizzazioni e agenzie pronte a portare a termine i traslochi delle persone che arrivano a tali decisioni. È un argomento, quindi, che rimane anche oggi tabù, ma che sembra essere quasi generalmente accettato.

i luoghi di rifugio per gli “svaniti”

È sicuramente difficile tracciare gli spostamenti di persone che non vogliono essere trovate, ma vi sono alcuni luoghi conosciuti perché legati proprio al fenomeno dei ningen johatsu: persone che spariscono nel nulla. Alcuni individui riescono a ricostruirsi una vita allontanandosi dalla propria città di appartenenza e vivendo in un’altra zona sotto falsa identità. Altri si ritrovano ai margini sociali senza alcuna proprietà e vagabondano nel tentativo di trovare un luogo sicuro.

Spesso le persone che sono fuggite si rifugiano a Tokyo, dove la grandezza della città permette l’anonimato. La grande metropoli, inoltre, nasconde al suo interno un intero quartiere chiamato Sanya 山谷, ufficialmente scomparso da 40 anni, che ospita molte di queste persone senza più averi. Il quartiere non è facilmente rintracciabile ma si trova a nord di Asakusa, ed è stato ufficialmente cancellato proprio per rivalutare la zona e la sua immagine. Esso era riconosciuto, infatti, come un quartiere poco raccomandabile, abitato da molti senzatetto, in cui regnava violenza e crimine. Oggigiorno, la comunità di senzatetto, alcuni dei quali fuggiti dalle loro vite passate, sembra essere un solido gruppo in cui ci si aiuta a vicenda.

Il quartiere di Sanya è conosciuto per i senzatetto e la criminalità
Il quartiere di Sanya, a Tokyo

Alcuni “svaniti” si rifugiano, invece, in luoghi isolati, come le pendici del monte Fuji. Qui, secondo antiche credenze popolari, gli onsen (terme giapponesi) erano luoghi usati dalle persone “svanite” per purificarsi del proprio passato.

LE ORIGINI E LE CAUSE DEL NINGEN JOHATSU

Si parla di persone “svanite” già dalla fine del 1600, ma il fenomeno è diventato rilevante soprattutto dagli anni ’90. È proprio in questi anni, infatti, che il Giappone, dopo un periodo di grande crescita, ha vissuto un’enorme crisi in seguito allo scoppio della bolla economica. Di conseguenza sia donne che uomini, spesso a causa di debiti o di difficili situazioni economiche, come l’aver perso il lavoro, hanno deciso di sparire per non dover più affrontare questi ostacoli.

Alcuni senzatetto sono casi di ningen johatsu: persone che spariscono
Accampamento di senzatetto e ningen johatsu a Shinjuku, Tokyo

Ciò dipende sicuramente dalla grande pressione sociale verso l’essere un membro della società giapponese. Per quest’ultima, perdere il proprio posto di lavoro è causa di enorme vergogna e porta molte persone a prendere decisioni drastiche piuttosto che tornare dalle proprie famiglie dopo tale fallimento. È la forte integrità morale tipica giapponese a far sì che persone senza più un lavoro, indebitate, o che semplicemente non aderiscono a certi standard sociali, preferiscano scomparire per vivere senza questo tipo di pressioni.

ningen johatsu: il film

Il termine ningen johatsu è diventato d’uso comune anche grazie ad un film intitolato proprio così, tradotto in inglese con A man vanishes. Si tratta di una famosa pellicola del regista Imamura Shohei, uscita nel 1967. Il film, ispirato ai casi reali di sparizione, è una documentazione della fuga di un uomo, Oshima, di cui si cerca di ricostruire la vita passata attraverso la testimonianza delle persone che lo conoscevano.

L’inchiesta, portata avanti da un detective, viene mostrata come se fosse realmente accaduta, un reale documentario. Nel corso della pellicola, però, i personaggi intervistati sembrano mano a mano dimenticare di Oshima, finché la ricostruzione dell’accaduto non diventa molto confusionaria e contraddittoria. È alla fine, dunque, che viene mostrato come l’intera inchiesta fosse una finzione e interpretata da attori.

Il trailer di Ningen johatsu (1967) di Imamura Shohei
FONTI SUL NINGEN JOHATSU

The japanese dreams, Ningen johatsu 人間蒸発: Le persone che svaniscono nel nulla, di Carlotta Labbate, 27/12/2013
Il profumo del tatami, Il Giappone oscuro: Ningen johatsu 人間蒸発 , gli evaporati giapponesi, 02/04/2017
Torino Film Festival, Ningen johatsu
Off screen, Not recognizing the boundary: A study of Shohei Imamura’s A man Vanishes (1967), di Parisa Hakim Javadi, 10/2019

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