Il 24 ottobre 1971 sul palinsesto televisivo nipponico fa la sua prima comparsa un’anime destinato a divenire un cult dell’animazione: Lupin III. Con Lupin III: l’anti-eroe diventa eroe-protagonista e questa non è la normalità in letteratura. Prima di iniziare ad analizzare questa serie animata, chiariamo le definizioni di antagonista/protagonista e di eroe/anti-eroe.
Eroi e antieroi
Nel pensiero comune, si è instaurata la falsa convenzione che il binomio eroe/protagonista e anti-eroe/antagonista combacino perfettamente in ogni opera letteraria, cinematografica o televisiva. Ma questo non è sempre vero. L’antagonista, in una storia, può essere diegetico, extradiegetico o entrambi. Non solo, può coincidere talvolta con l’eroe oppure con l ‘anti-eroe. Per capire meglio faremo qualche esempio di antagonista nel film Batman e Batman- il ritorno di Tim Burton. Nel film Batman del 1989 il nemico dell’uomo pipistrello è Joker. In questo caso possiamo parlare di antagonista anti-eroe (in quanto Joker va effettivamente contro Batman) e antagonista diegetico (in quanto Joker è all’interno della scena ed è palpabile e reale). Nel film Batman- il ritorno del 1992, l’antagonista non è così semplice da individuare come nel primo caso.
A prima vista potremmo dire che questo ruolo sia rappresentato da Pinguino. Ma è davvero cosi? Pinguino non è pazzo e cattivo per natura come lo era Joker, lo è diventato a causa del rifiuto, dell’odio e dell’emarginazione della società nei suoi confronti. In questo secondo caso il vero antagonista è la società di Gotham che non fa altro che produrre criminali, ed è quindi extra diegetico ovvero non percepibile dai 5 sensi. Il povero Pinguino non è che il risultato dell’odio, divenendo così solo anti-eroe e non l’antagonista di Batman.
Ma torniamo a Lupin III. Nell’anime il senso comune viene completamente rovesciato e Lupin l’anti-eroe diviene il protagonista, mentre il povero ispettore Zenigata diviene l’antagonista-eroe. Un gran paradosso! Ma non è ancora finita, in Lupin, infatti, c’è una seconda analisi da affrontare. L’immagine del ladro gentiluomo non nasce con l’anime, ma si sviluppa in corso d’opera.
Lo sviluppo dei ruoli nella prima serie
La prima serie, riconoscibile dalla giacca verde di Lupin, può essere divisa in due parti: la prima comprende le prime 6 puntate, la seconda le restanti 16. Non a caso il cambiamento coincide con l’abbandono del regista Masaaki Osumi e con l’assunzione di Hayao Miyazaki e Isao Takahata. Le prime sei puntate riprendevano molto il manga di Monkey Punch (dal quale è tratto l’anime), ed erano quindi molto violente, cariche di allusioni sessuali e incentrate non tanto sull’umorismo quanto su storie complesse.
Il moderno Lupin riusciva, grazie alla sua astuzia e al suo talento nei travestimenti, a portare a termine i colpi più sensazionali e se qualcosa andava storto non esitava ad uccidere. Grande attenzione è stata data ai dettagli delle automobili, alle armi e agli oggetti di valore. Lupin era sì il protagonista, ma rappresentava decisamente l’antieroe dell’anime. Osumi e i suoi sceneggiatori avevano impostato la serie fino al 12° episodio, e alcuni episodi erano già entrati in fase di disegno.
Quando Miyazaki e Takahata vengono chiamati per cambiare la serie, si trovano costretti ad eliminare completamente circa 5 episodi, provocando una diaspora tra gli sceneggiatori. I due risistemano gli story-board a partire dal 6° episodio, intervenendo più sugli oggetti che sulla storia e i personaggi. Da simpatizzante marxista, Miyazaki non riesce a vedere Lupin alla guida della Mercedes Benz SSK del ’28 (posseduta anche da Hitler) così sostituisce l’auto con un’utilitaria: la Citroen 2CV o la Fiat 500. Inoltre, da appassionato di volo e aerei non manca di inserire nelle puntate oggetti volanti di ogni genere.
Dal 14° episodio si fa sempre più visibile l’intervento di Hayao. Il regista riesce a imprimere maggior grazia e un umorismo più fine, sublimando l’erotismo e stemperando la violenza del manga originario: il suo Lupin usa maggiormente l’astuzia e sempre meno le armi. Il protagonista perde, così, il suo aspetto anti-eroe negativo, divenendo un anti-eroe da ammirare.
La seconda serie di Lupin III: l’anti-eroe
La seconda serie, riconoscibile dalla giacca rossa di Lupin, porta avanti la strada aperta da Miyazaki. I registi nella seconda serie sono molti e cambiano di puntata in puntata. Le storie sono prevalentemente caratterizzate da toni di commedia, d’azione e da un ritmo vivace. Non mancano tuttavia parentesi drammatiche, talvolta anche molto amare. Rispetto alla prima serie, c’è uno studio più approfondito sulla psicologia dei personaggi ed i loro ruoli sono fissati in modo più stabile, scivolando però talvolta nello stereotipo: Lupin è caratterizzato come una simpatica canaglia un po’ buffona, che sa tirare fuori al momento adatto risorse imprevedibili, ma viene regolarmente ingannato da una Fujiko spregiudicata e calcolatrice; Jigen, di cui viene accentuato il carattere scontroso e riservato, e Goemon, saldamente ancorato all’antica morale dei samurai; Zenigata è presentato come goffo e ingenuo, puntualmente beffato da Lupin.
Vengono inoltre più volte sottolineate le capacità fuori dal comune dei personaggi (l’abilità nei travestimenti di Lupin, la mira infallibile di Jigen, la facoltà di Goemon di tagliare ogni cosa con la sua spada), che, insieme al ricorso a elaborati stratagemmi e tecniche bizzarre, rendono spesso le loro imprese poco verosimili, ma al tempo stesso molto amate.
Gli episodi sono di volta in volta ambientati in diversi paesi del mondo, e abbondano caricature di personaggi famosi, parodie e riferimenti storici, mitologici, letterali, teatrali, cinematografici e così via. Lupin, nonostante la sua infallibile maestria nel rubare, diviene sempre più simile a noi e il fatto che sia un ladro passa decisamente in secondo piano; il salto da anti-eroe a eroe ormai è avvenuto.
La terza serie
La terza serie, riconoscibile dalla giacca rosa di Lupin, compie una svolta controcorrente. L’anime torna a riprendere spunti dal manga, senza, però, riprenderne le intere vicende. Cambia anche lo stile che diventa più caricaturale e grottesco. Il carattere dei personaggi, però, non viene modificato. Purtroppo, dopo un ottimo avvio, la serie proseguirà in modo discontinuo, registrando soprattutto nella seconda metà numerose cadute qualitative sia nelle sceneggiature che nelle animazioni. In Italia questa serie è stata colpita in maniera massiccia da una censura diretta ad eliminare anche il più piccolo riferimento sessuale (ed in generale ciò che lo spietato occhio del censore ha giudicato degno di taglio). Il risultato è stato che alcuni episodi sono divenuti semplicemente incomprensibili.
Fonti e link
Tutte le immagini di questo articolo sono opere di Arte Zeta Studio, licenziataria ufficiale per la realizzazione di stampe e opere pittoriche originali dei personaggi da Lupin III in Italia.
A. Bencivenni, Hayao Miyazaki. Il dio dell’anime, Le mani, Genova, 2003.
Droni, Lupin
Enciclopedia di Lupin
Sara Galletti, Il ruolo dell’antagonista nel cinema di Tim Burton, Tesi di laurea arti e scienze dello spettacolo La Sapienza, Roma, 2010
Lupin III: l’anti-eroe e altri anime polizieschi
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