
È risaputo che i templi buddhisti sono una delle maggiori fonti di arte tradizionale di tutto il Giappone. Nei secoli, infatti, la corte imperiale, i nobili e i templi stessi assunsero innumerevoli scultori e pittori per realizzare immagini votive e decorazioni. Molte di esse sono ancora oggi conservate nei templi d’origine, che sono ancora attivi. In quest’occasione vediamo una delle perle facenti parte del patrimonio del famoso Todaiji (東⼤寺), la triade di Fukukenjaku Kannon.
LA TRIADE DI FUKuKENJAKU KANNON

La triade di Kannon del Todaiji si trova nella Sala del Sutra del Loto, o Hokkedo (法華堂), situata a est del complesso. Essa presenta una commistione di tecniche di realizzazione; la figura centrale, che rappresenta un Kannon alto 362 centimetri, è stata realizzata in lacca secca con applicazione superficiale di foglia d’oro. Le due figure laterali, che rappresentano Nikko e Gakko, alti rispettivamente 206 e 207 centimetri, sono state realizzate con un’armatura di legno ricoperta di creta, la quale è stata poi dipinta (oggi non rimangono che tracce della pittura superficiale).
L’opera risale alla metà dell’VIII secolo; l’Imperatore Shomu aveva infatti promulgato un editto in cui ordinava l’installazione in tutti i templi di provincia di una statua della divinità. Si pensa che a dirigere i lavori sia stato un architetto di origine coreana di nome Kuninaka Kimimaro.

IL BODHISATTVA KANNON
Il bodhisattva Kannon è rappresentato come una donna, cosa non rara nella sua iconografia. Il bodhisattva Kannon è noto per essere in grado di manifestarsi sotto varie forme, 33 in totale. In questa scultura la forma che assume è quella di Fukukenjaku Kannon (不空羂索観⾳), ossia la “Kannon dalla corda mai vuota”; il nome si riferisce al suo potere, ossia quello di “acchiappare” con una corda tutti coloro che si trovano nell’illusione e portarli alla luce dell’Illuminazione. Essa presenta qui con un terzo occhio in mezzo alla fronte, utile a scovare con maggiore facilità gli obiettivi della sua azione salvifica.
Un ulteriore aiuto in questa sua opera benevola è rappresentato dalle numerose braccia, otto in questo caso, con cui è rappresentata. Due di esse si trovano giunte in posizione di preghiera davanti al petto, mentre le altre sei irradiano da dietro la schiena. Esse tengono tre simboli della tradizione buddhista: il fiore di loto della saggezza del Buddha, il bastone del pellegrino e la corda, che ha a che fare con la particolare forma assunta in questa rappresentazione dal bodhisattva. È interessante anche notare come le otto mani, che a partire da questo periodo figureranno in svariate immagini sacre, siano indice dell’introduzione delle dottrine del buddhismo esoterico o tantrico. Queste dal IX° secolo saranno molto importanti all’interno del panorama religioso buddhista.
Possiamo citare altri due elementi che accompagnano la figura di Kannon e che sono di notevole interesse e importanza; abbiamo innanzitutto l’aureola, composta di aste di metallo di diversa lunghezza cui sono attaccati dei motivi a fiamma, che ha una forma ovale e riprende quella della scultura stessa. Le aste di metallo dorato vogliono simboleggiare la luce emessa dal bodhisattva, che si occupa appunto di portare all’Illuminazione le anime travagliate e prigioniere dei sensi. Il secondo dettaglio interessante è quello della corona argentea che Kannon porta in testa, su cui è presente una miniatura del Buddha Amida stante, anch’esso in argento, di cui Kannon è emanazione.

nikko e gakko
Le due sculture dei bodhisattva Nikko e Gakko, incarnazioni del Sole e della Luna, sono poste ai due lati della scultura di Kannon e sono visibilmente più piccole di essa. I due hanno un’aria decisamente serena e hanno visi caratterizzati da occhi allungati e socchiusi e labbra carnose. Sono vestiti con un duplice completo, composto di una sottoveste più stretta e una sopraveste larga, che ricade delicatamente con pieghe irregolari sui loro corpi.
Le due figure sono però anche individualizzate. La veste di Nikko è aperta sul petto e si chiude su un lato, come quella di un monaco; quella di Gakko, invece, viene tenuta insieme al livello dell’alto busto da una spilla a forma di fiore di loto e legata alla vita da un lungo fiocco che termina ai suoi piedi. Inoltre, mentre Nikko ha una corona più bassa, il cui gioiello gli tocca la fronte, quella di Gakko è abbastanza alta e gli rimane sui capelli.
Le dimensioni nettamente differenti dalla statua principale della triade, nonché la differenza nella tecnica di realizzazione e la particolare apparenza hanno permesso agli studiosi di formulare un’ipotesi; è possibile che queste due statue possano non essere state concepite in realtà per essere considerate Nikko e Gakko, tanto meno per essere inserite nella triade stessa. Se andiamo a vedere un’altra delle statue dello Hokkedo, ossia quella della divinità Taishakuten notiamo una notevole somiglianza nella raffigurazione. È quindi possibile che queste due statue rappresentassero in realtà gli dèi Taishakuten (帝釈天) e Bonten (梵天); si tratta di divinità che, benché non abbiano ancora raggiunto l’Illuminazione, si dedicano alla protezione della dottrina.
La triade di Fukukenjaku Kannon è ammirabile nel tempio di Todaiji, a Nara.
fonti e link
P. Mason, D. Dinwiddie (Revised by), History of Japanese Art, Pearson Education Inc, Upper Saddle River, New Jersey, USA, 1993
Le sculture di Tori Busshi, Alessandro Bianco